Con grande senso di responsabilità abbiamo ratificato l’accordo sui comparti del pubblico impiego, già sottoscritto il 5 aprile scorso. Ora tocca al governo aprire una vera stagione contrattuale”.

Questo il commento Augusto Ghinelli, segretario confederale dell’Ugl, al termine dell’incontro avvenuto oggi tra Aran e sindacati sui nuovi comparti del pubblico impiego.

Il sindacalista fa riferimento all’accordo firmato tre mesi fa tra Aran e sindacati. Punto centrale dell’intesa è l’aggregazione dei comparti che da undici, considerando quelli effettivi, vengono portati a quattro: “Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità e Istruzione e ricerca”.

Le operazioni di accorpamento hanno riguardato il primo (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) e l’ultimo settore (prima scuola, ricerca, università e Afam erano distinte).

La presidenza del Consiglio – secondo quanto stabilito – rimane distinta. La riduzione dei comparti determina anche la riduzione delle aree dirigenziali, sempre a quattro, seguendo quanto previsto dalla legge Brunetta e rimasto finora solo su carta. Per salvaguardare specifiche professionalità all’interno dei comparti, ognuno avrà il suo contratto, a una parte “comune” potranno essere affiancate parti “speciali”.

Quanto alla rappresentatività sindacale all’interno dei nuovi comparti è prevista una fase transitoria, che fa salve le ultime elezioni delle Rsu, ma resta ferma la soglia del 5% (media comparata) di deleghe e voti. Per alcune sigle sindacali più piccole, che magari erano rappresentative in un comparto ora diluito in uno più grande, ciò può determinare il rischio di scomparire. Per questo nell’accordo è stata stabilita la possibilità di alleanza, fusioni, con altri sindacati, da portare a termine entro tempi precisi.

Abbiamo ribadito –  conclude  Ghinelli- che la nostra Organizzazione non è disposta a firmare rinnovi contrattuali, che prevedano aumenti salariali solo per una parte dei lavoratori del pubblico impiego. In caso contrario siamo pronti a mettere in campo tutte le prerogative sindacali, compreso lo sciopero. Siamo disposti a tutto pur di tutelare un settore messo in ginocchio da continue penalizzazioni”.