Meridiana, dopo due lunghi mesi di trattativa c’è l’accordo per rilanciare la compagnia aerea e aprire le porte alla partnership con Qatar Airways.

L’operazione, però, non sarà indolore: il testo prevede 396 esuberi. Un numero ridotto rispetto ai 955 licenziamenti previsti in un primo momento, ma pur sempre “un sacrificio”.

“Resta l’insoddisfazione per gli esuberi dichiarati dall’azienda e l’incapacità manifestata per la ricerca di maggiori  riduzioni numeriche, motivo per il quale non è stato possibile  sottoscrivere una positiva chiusura di confronto”.  

A sottolinearlo è Francesco Alfonsi, segretario nazionale dell’Ugl Trasporto Aereo, commentando l’intesa sottoscritta dopo due mesi di trattativa.

Il sacrificio in termini di risorse – per il rilancio delle aziende del gruppo –  è il primo motivo di vero dolore, ma grande è la convinzione ribadita nell’accordo, che nell’arco dei  prossimi tre anni, si determino positive condizioni di sviluppo per  consentire l’assorbimento delle eccedenze”.

Ma il sindacalista precisa che a breve “sarà avviata una nuova fase di confronto”.

Nel dettaglio, precisa una nota ministeriale, all’azienda è stato imposto il vincolo del diritto di prelazione per 36 mesi per l’assunzione dei lavoratori in mobilità. In poche parole, se la società vorrà fare nuove assunzioni, chi andrà in mobilità avrà la precedenza. Per queste persone sono previste retribuzioni per un importo mensile pari all’80% dell’ultimo stipendio lordo, per 2 anni. A questi, si aggiungono altri 2 anni sempre all’80% grazie al Fondo Volo.

La firma dell’accordo quadro è arrivata al termine di oltre 30 ore di trattativa quasi ininterrotta al Ministero dello sviluppo, mentre a Olbia i lavoratori Meridiana attendevano notizie in un sit-in spontaneo in aeroporto. Il nodo del contratto ero stato affrontato e risolto già ieri: i sindacati hanno chiesto di ridurre la durata dai 5 anni richiesti dal Qatar a 3 anni, in linea con il contratto nazionale, e in mattinata è trapelata la risposta positiva di Doha. Oggi invece ci si è concentrati sugli esuberi, che sono stati ulteriormente ulteriormente limati: l’ultimo numero presentato dall’azienda era di 406, ora l’asticella è scesa a 396 (dai 955 iniziali).

L’intesa definisce anche il nuovo accordo di lavoro che recepisce la normativa e le prerogative economiche del contratto nazionale di settore.
“In sintesi – conclude Alfonsi – è stato sventato il fallimento della trattativa che  avrebbe generato la desertificazione industriale in una regione già  duramente colpita da disastri sociali e fallimenti di interi settori  lavorativi”.