Allan Larsson, consigliere speciale di Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea, ha presentato a Roma, alle parti sociali, il pilastro europeo dei diritti sociali, oggetto della comunicazione al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dell’8 marzo scorso.

Il pilastro europeo dei diritti sociali stabilirà una serie di principi fondamentali per sostenere mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale all’interno della zona euro, equi e ben funzionanti.

Alla sua adozione questo provvedimento diventerà un quadro di riferimento per vagliare la situazione occupazionale e sociale degli Stati membri partecipanti e guiderà il processo di riforma a livello nazionale. In termini più concreti il pilastro fungerà da bussola per orientare la rinnovata convergenza all’interno della zona euro.

La Commissione europea ha presentato – lo scorso settembre – una prima stesura di massima del pilastro europeo dei diritti sociali avviando una vasta consultazione pubblica per raccogliere le opinioni e le osservazioni di altre istituzioni dell’Ue, delle autorità e dei parlamenti nazionali, delle parti sociali, delle parti interessate, della società civile, degli esperti del mondo accademico e dei cittadini dell’Unione. L’iniziativa è rivolta alla zona euro, senza tuttavia escludere altri Stati membri che intendano aderirvi.

Durante il vertice romano Larsson –  illustrando il contenuto della comunicazione –  ha posto l’attenzione su quattro temi: l’impatto della crisi economica sull’occupazione, le forti differenziazioni territoriali fra Paesi e all’interno degli stessi Paesi, la progressiva digitalizzazione e la disoccupazione tecnologica e l’invecchiamento della popolazione.

La Commissione europea, con questa iniziativa, intende favorire un dialogo fra tutti i soggetti interessati, che sono invitati a partecipare alla consultazione pubblica, al fine di arrivare ad un modello sociale di sviluppo che possa durare nel tempo.

Per l’Ugl era presente il segretario confederale Fiovo Bitti che – a riguardo – ha rilasciato una dichiarazione a La Metasociale: “Al consigliere speciale del Presidente Juncker – spiega il sindacalista- abbiamo fornito un quadro chiaro e preciso della situazione economica italiana con particolare riferimento al dato sugli occupati, vale a dire la somma di lavoratori dipendenti e indipendenti”.

“Dal 2008 al 2015 – precisa  – in Italia vi sono oltre 625mila occupati in meno, con una forte differenziazione registrato un calo degli occupati per la componente maschile superiore al fra il meno 5 e il meno dieci percento. In valori assoluti, in Sicilia si registrano oltre 125mila occupati in meno, in Puglia 107mila, in Campania anche in alcune regioni del nord, ad iniziare dal Veneto, dove gli occupati Cgil, Cisl, Uil, Ania, Alleanza delle cooperative, Rete Imprese Italia ed alcuni soggetti del no profit”.