articolo di Marco Colonna

Incombe ancora il problema della presenza di materiale contenente amianto negli edifici pubblici e privati sul nostro territorio nazionale. I dati sanitari degli ultimi anni ci dicono che in Italia tra il 1993 e il 2008 , sono oltre 15.000 i casi diagnosticati di mesotelioma maligno dovuti alla inalazione di particelle d’amianto.
E a 23 anni dalla messa al bando della lavorazione delle fibre minerali, ogni anno in Italia muoiono 4.000 persone per malattie asbesto correlate, si calcola che il 54% dei tumori professionali sia provocato dall’amianto.
In Italia , dove il problema è particolarmente sentito perché dal nostro territorio è stato estratto amianto in grande quantità per molti anni, e sul nostro territorio hanno operato numerose fabbriche che hanno prodotto manufatti di varia natura utilizzati da larga parte della popolazione in tutto il territorio nazionale, questa battaglia contro un killer silenzioso si gioca anche a livello parlamentare.
Sotto accusa i settori di attività produttiva in cui si sono registrate le quote più significative di malattie asbesto-correlate, ovvero: l’industria pesante (metallurgia, siderurgia, fabbricazione mezzi di trasporto); le costruzioni ed i trasporti , in particolare quelli ferroviari.
28 aprile, giornata mondiale delle vittime dell’amianto
In occasione del 28 aprile, giornata mondiale in memoria dei lavoratori morti sul lavoro e per l’amianto, l’Ugl ricorda che è necessario sbloccare al più presto il Piano Nazionale Amianto, colpevolmente bloccato a livello ministeriale da 3 anni.
Pesano nel confronto istituzionale gli esiti di alcune vertenze a cominciare dal processo Eternit chiusosi con una sentenza di assoluzione per prescrizione emessa dalla Corte di Cassazione e si dibatte sulla necessità di inctrodurre gli “eco-reati” nel codice penale.
E “feriscono moralmente” e “umiliano economicamente” i provvedimenti adottati dal governo Renzi: la mancia una tantum (cinquemilaseicento euro) erogata dall’Inail come prestazione assistenziale per i malati di mesotelioma “che abbiano contratto la patologia o per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell’amianto oppure per esposizione ambientale comprovata” e le misure introdotte con la recente legge di stabilità per il 2016 che modificano il quadro normativo in materia di benefici amianto e di accesso al Fondo Vittime Amianto ritenute del tutto “disorganiche” e “insufficienti” dall’ONA, Osservatorio Nazionale sull’Amianto che ha annunciato cause pilota per ottenere il rinvio degli atti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e alla Corte Costituzionale per l’annullamento delle clausole discriminatorie, per realizzare una effettiva e dignitosa parità tra tutti gli aventi diritto.
Il quadro nazionale
Secondo le stime dell’Inail sono presenti nel territorio nazionale ben 32 milioni di tonnellate di eternit, miscela di amianto e cemento inventata dall’omonima azienda svizzera, è ancora altamente diffuso e accertata dal ministero dell’Ambiente in 75mila ettari di territorio da Nord a Sud già inseriti nel programma nazionale di bonifica.
La Banca dati amianto, coordinata dallo stesso ministero dell’Ambiente, riporta almeno 38.000 siti su tutto il territorio nazionale, con oltre 300 siti a maggior rischio.
Gli edifici pubblici (scuole, ospedali e caserme) e privati contenenti fibra di amianto , secondo Legambiente, sarebbero più di 188.000, fra quelli compresi nelle oltre 230 mila strutture censite in soltanto 10 Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali e altre strutture, secondo le ultime stime di Legambiente.
Ma “la mappatura ufficiale dell’amianto” è stata “conclusa solo da metà delle Regioni italiane: Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta”; mentre è “in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento”. Il Sud , dove si scontano enormi ritardi per censimento, mappatura e interventi bonifiche, è il grande assente in questa battaglia!
L’aspetto sanitario del problema incombe: l’epidemiologo Valerio Gennaro spiega che si morirà per amianto almeno fino al 2040 e il picco arriverà tra qualche anno, in attesa che inizi la parabola discendente con relativo calo di denunce.
La situazione internazionale
A livello internazionale i sindacati europei Etuc-Ces hanno lanciato una campagna durante l’International Workers Memorial Day per chiedere alla Commissione europea di promuovere una direttiva per chiedere leggi più stringenti negli Stati membri a fronte degli allarmanti dati diffusi che rilevano, ogni anno in Europa, oltre 100mila morti causati da incidenti o malattie contratte sul luogo di lavoro.
L’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che siano almeno 125 milioni i lavoratori nel mondo esposti all’amianto; che ogni anno siano circa 100mila i morti, ma gli esperti avvertono che si tratta di cifre sottostimate.