Non c’è pace per l’Archivio di Stato di Pescara. I nuovi locali ubicati presso l’Aurum sono inadeguati e, soprattutto, hanno costi troppo alti (190 mila euro all’anno).

“La ‘via Crucis’ dell’Archivio di Stato deve finire come va assolutamente frenato l’inutile spreco di denaro pubblico. Siamo pronti a rivolgerci alla magistratura affinché si faccia luce sulla vicenda”.

E’ Gianna De Amicis, segretario regionale Ugl Abruzzo, a rafforzare una denuncia che dipendenti e vertici dell’Archivio di Stato portano avanti ormai da tempo.

Tanti sono i disservizi che caratterizzano l’attuale struttura “come, ad esempio, le numerose macchie di umidità e le infiltrazioni d’acqua, presenti negli uffici, nella biblioteca e nella sala conferenze del seminterrato dell’edificio che mettono a rischio sia la salute dei dipendenti che l’imponente quantità di materiale storico conservato nella struttura. In sintesi – precisa la De Amicis – quei locali sono inadatti ad ospitare il patrimonio storico, fatto di libri (occupano 3,5 chilometri di scaffalature) e testimonianze, prodotto dagli organi dello Stato. Meglio la precedente sede di Piazza della Marina se si pensa che anche il trasloco è costato oltre 80 mila euro”.

“Inoltre, è assente all’interno degli edifici una valido sistema di videosorveglianza. Tutte situazioni che hanno obbligato il Ministero dei Beni Culturali e il Demanio ad individuare ulteriore nuovi locali in via Caravaggio ex fornace Forlani. Ma – continua la sindacalista – guarda caso, anche questi nuovi locali sono in condizioni pessime. Ancora oggi rimbombano le parole di Marco Alessandrini, sindaco di Pescara che  – conclude la sindacalista – all’inaugurazione dei locali dell’ Aurum dava il benvenuto a studiosi e agli appassionati di storia nei luminosi e accoglienti locali dove sono conservati 4 chilometri e mezzo di volumi catalogati nei quali è contenuta la storia delle genti di Pescara. Peccato che oggi non si registra lo stesso entusiasmo ed ottimismo”.