di Marco Colonna

 

“Garanzia Giovani” il programma europeo ideato per favorire l’inserimento lavorativo degli under 30 e sbandierato più volte dal premier Matteo Renzi e dal ministro del lavoro Giuliano Poletti come un’arma straordinaria contro la disoccupazione giovanile si sta dimostrando, al contrario, un vero e proprio flop.
Ritardi nei pagamenti, conguagli non pervenuti e dubbi sulle procedure di lavorazione delle pratiche. Ragazzi che hanno già terminato il tirocinio e devono ancora ricevere il dovuto conguaglio.
Un meccanismo che muove denaro e speranze e che si inceppa, nella disperazione dei tanti, migliaia di ragazzi, in cerca di un impiego. In diverse Regioni italiane (Lazio, Basilicata, Sardegna , Emilia-Romagna, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) i pagamenti sono bloccati da mesi o vengono erogati al rallentatore e si assiste ad un pietoso teatrino di rimpalli di responsabilità fra gli enti interessati (Inps in testa) a corrispondere il dovuto alle migliaia di giovani inoccupati e che non studiano che hanno aderito al programma per favorire l’inserimento lavorativo dei Neet (neither in employment nor in education or training), vale a dire il 42% dei ragazzi italiani fuori da qualsiasi circuito scolastico e lavorativo, su cui Bruxelles ha investito 6 miliardi di euro: 1,5 miliardi dei quali solo per l’Italia nel biennio 2014-2015.
Al dicembre 2015 , ultimo dato disponibile, “i presi in carico” sono 560mila giovani, 900mila quelli che si sono registrati al programma su una platea di beneficiari di 2,4 milioni di ragazzi. Già stanziato (a settembre 2015): 1 miliardo e mezzo di euro, con un costo medio per ciascuna delle persone raggiunte che aggira circa sui 4 mila euro.
I ragazzi delusi da “Garanzia Giovani” e ancora in attesa del conguaglio (c’è chi sta aspettando da settembre, chi da un anno) si dicono pronto a scendere in piazza e , soprattutto, affidano ai gruppi Facebook che contano centinaia di iscritti i propri malumori e non si contano più i commenti dei giovani che lamentano i ritardi nei pagamenti delle indennità fino a due anni!
Il ministero del Lavoro ha ammesso parzialmente le difficoltà, ma questo non basta per sanare la grave situazione di morosità nei confronti delle migliaia di giovani che hanno aderito al programma “Garanzia Giovani”.
Un caso su tutti, a titolo di esempio?
Quello denunciato dal sindacato Ugl in Emilia-Romagna dove migliaia di ragazzi attendono di essere pagati per il lavoro svolto in aziende del territorio. Ma l’erogazione del compenso deve affrontare una complessa trafila burocratica: l’azienda trasmette i documenti alla Regione, la Regione esegue i controlli, compila le liste dei soggetti che hanno diritto all’indennità e trasferisce i dati all’Inps. A sua volta l’Inps verifica che non ci siano anomalie nelle richieste e nelle pratiche presentate e infine dispone il pagamento.
Ma il risultato di questo scarica barile è un allungamento biblico dei tempi.
In Emilia Romagna, ogni stagista è pagato 450 euro al mese: 150 li mette l’azienda, 300 li mette – o meglio, li dovrebbe mettere – la Regione attraverso l’erogazione tramite l’Inps dell’indennità al tirocinante.
Ma a questo punto gli ingranaggi si fermano. Alcuni giovani hanno dichiarato che le aziende sono corrette nei pagamenti, mentre gli altri soldi non vengono corrisposti per mesi e mesi. Il sindacato Ugl , al netto della propaganda di cui s’è fatto vanto Renzi quando ha parlato di: “straordinaria occasione di lavoro per questi giovani”, chiede al governo che si faccia parte diligente per risolvere una situazione ormai insostenibile”.