Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha incontrato oggi i rappresentanti del partenariato economico e sociale, ovvero le parti sociali e le associazioni, per una discussione sulle linee guida del Piano nazionale di contrasto alla povertà. La riunione ha dato la possibilità ai presenti di alimentare un serio e concreto confronto sulle misure più idonee da mettere in campo per consentire al Paese di dotarsi di uno strumento generalizzato (e tuttora assente nel nostro sistema di welfare) di contrasto ad una delle cicatrici più evidenti nel sociale.
“Siamo pronti a fare la nostra parte – ha spiegato durante il suo intervento Ornella Petillo, segretario confederale dell’Ugl – affinché venga realizzato l’ambizioso progetto che si propone il tavolo di partenariato, ossia il riordino delle politiche sociali nazionali”.
“L’attenzione del ministro Poletti sul tema non manca e l’incontro di oggi – ha evidenziato la sindacalista – è oltre che un’apertura al confronto anche una mossa strategica per creare un fronte unico attorno ad una proposta condivisa”.
Secondo quanto riportato, il numero uno del dicastero avrebbe evidenziato le molteplici difficoltà per arginare il fenomeno nella sua complessità legate alla carenza di risorse. Non mancherà il sostegno concreto per i territori, avrebbe detto ai sindacalisti, che potranno comunque beneficiare di risorse del Fondo Sociale Europeo, e in particolare del PON Inclusione correlato con le risorse regionali dei Fondi strutturali.
“Il nostro e’ un progetto molto ambizioso, dall’orizzonte di medio periodo, che vuole cambiare innanzitutto la cultura dell’intervento sociale in Italia”, ha sottolineato il Ministro.
“Le persone e le famiglie piu’ fragili- ha aggiunto- non devono sentirsi sole, ma sapere che possono contare su un sostegno articolato che viene innanzitutto da chi ha una responsabilita’ pubblica di governo dei territori e, piu’ in generale, dalla comunita’ tutta, all’interno della quale i servizi operano e sulle cui risorse devono far leva”.
Nel corso della riunione e’ stato chiarito che ammontano a 760 milioni le risorse che saranno destinate al varo, gia’ nel 2016, di una misura nazionale che proseguira’, con criteri e procedure rinnovati, l’esperienza del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA). Il sostegno economico – fino a 400 euro al mese per famiglie con almeno 5 componenti – riguardera’ circa il 60% dei
bambini e dei ragazzi che vivono in famiglie in condizione di poverta’.
“E’ un intervento di grande rilievo -ha detto Poletti- che si accompagna alla razionalizzazione degli altri interventi oggi in campo, spesso frutto di una stratificazione prodottasi negli anni senza particolare razionalita’, e ad una revisione della governance delle politiche sociali, percorso in cui ci impegneremo insieme alle regioni, agli enti locali e alle forze sociali”.
Il tavolo ha accolto con favore il disegno del Governo, non nascondendo comunque la complessita’ del processo e l’importanza che una sfida cosi’ ambiziosa sia accompagnata da un incremento futuro di risorse, al fine di porsi l’obiettivo di realizzare, a regime, una misura di carattere universale e non solo rivolta al contrasto della poverta’ minorile. Allo stesso tempo fondamentale e’ l’accompagnamento che deve essere assicurato ai servizi territoriali, alle politiche di presa in carico e di attivazione delle persone in difficoltà, soprattutto nelle zone meno sviluppate del paese, in un processo di rafforzamento da attuare con la più ampia partecipazione delle forze sociali del territorio.
Petillo poi ha aggiunto: “Abbiamo sottoposto le linee guida di contrasto alla povertà approvate dalla Conferenza Stato-Regioni ad un campione di operatori sociali del territorio casertano (che da tempo lavorano senza percepire un centesimo)  – spiega la sindacalista – e sono emerse diverse criticità, a partire proprio dalla carenza di mezzi adeguati per rendere possibile la loro concreta applicazione in aree dove il dissesto dei Comuni (che non pagano la compartecipazione per i servizi sociali) e la diffusione di gravi problematiche sociali rende necessarie misure più incisive”.
“Ci aspettiamo dunque maggiore attenzione per le necessità dei territori più svantaggiati e una revisione della governance – conclude la sindacalista -, ricalibrando gli interventi e consentendo che, anche attraverso la mediazione delle Regioni, l’acquisizione delle risorse da parte dei Comuni sia costantemente monitorata e adeguata alle differenti esigenze della popolazione”.