Lo aveva anticipato lo stesso Presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte: il governo intende porre grande enfasi nella revisione mirata dei codici e dei testi unici esistenti, così da ridare organicità all’intero sistema e semplificando la vita al cittadino, sia esso lavoratore, datore di lavoro o semplicemente utente di un servizio. La prima proposta di modifica è appena arrivata in Parlamento e riguarda il mondo del lavoro. In Commissione lavoro al Senato, è infatti partito l’iter che dovrebbe portare alla approvazione in prima lettura di una legge delega con la quale si dà mandato all’esecutivo di intervenire su alcune tematiche del lavoro, eliminando eventuali dubbi interpretativi e sovrapposizioni di enti ed organismi. L’obiettivo di fondo è condiviso praticamente da tutti i sindacati, anche se poi ognuno focalizza l’attenzione su un punto piuttosto che su un altro. Se la Cgil e la Uil, ad esempio, esprimono preoccupazione per un eventuale allentamento degli aspetti formativi nell’apprendistato, la Cisl richiama l’attenzione sul rapporto fra norma nazionale e norma europea. L’Ugl, invece, indica fra i possibili interventi correttivi quelli relativi alla disciplina del licenziamento illegittimo nel contratto a tutele crescenti, con l’obiettivo di recuperare l’articolo 18. Tutte le sigle, compresa la Confsal, infine insistono sull’importanza del confronto preventivo con le parti sociali e le stesse regioni.