di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Oggi è stata una giornata importante. Siamo stati convocati al Viminale dal Vicepremier Matteo Salvini, per un confronto sulle misure economico-sociali da inserire nella prossima Legge di Bilancio, assieme a tutte le principali rappresentanze delle Parti Sociali. Già questo, al di là dei temi in discussione e delle diverse opinioni su cosa fare in merito, è apprezzabile. È, infatti, opportuno mantenere aperto il dialogo e che tale dialogo sia inclusivo e aperto a tutti quelli che rappresentano effettivamente le diverse anime del mondo del lavoro e della società civile, e quindi milioni di persone che hanno il diritto di essere ascoltate, e non limitare il confronto alle solite poche voci, per di più in molti casi pregiudizialmente critiche verso l’operato della Lega e di questo esecutivo. Ci auguriamo che questa sensibilità dimostrata da Salvini sia fatta propria dall’intero Governo. Comunque lo si voglia considerare, se un incontro di tipo istituzionale con il Vicepremier o politico con i vertici di uno dei due partiti di governo, peraltro dato per maggioritario nei consensi da tutti i sondaggi, resta in ogni caso un evento fondamentale, per poter dire la nostra a chi dovrà a breve decidere, assieme all’alleato M5S, come impostare l’imminente legge che dovrà stabilire la politica economica del Paese per il prossimo futuro. Questo per quanto riguarda il metodo. Nel merito, si è discusso di argomenti rilevanti. La linea illustrata da Salvini procede nel solco della visione leghista ovvero di un taglio consistente delle tasse al fine di far ripartire l’economia tramite uno shock fiscale. Le proposte illustrate sono una riduzione “forte” delle tasse per famiglie e lavoratori dipendenti con la Flat Tax al 15% per i redditi inferiori a 55mila euro, una pace fiscale bis riservata alle società impossibilitate a pagare a causa di difficoltà economiche, un taglio mirato di Imu e Ires per le imprese, la cedolare secca per gli affitti degli immobili commerciali, la ripartenza dei cantieri anche mediante una semplificazione delle procedure burocratiche, una revisione della giustizia civile e tributaria per garantire “tempi certi e punizioni certe”. Un programma economico da confrontare con quello dell’altro partner di Governo, specie sulla questione del salario minimo ove parrebbe profilarsi una sintesi attorno alla cifra di 8,20 euro l’ora, da ottenere senza aggravi per le aziende e di cui beneficerebbero 2,4 milioni di lavoratori. Dal canto nostro, l’Ugl, che condivide molte delle proposte della Lega e la visione economica basata su politiche espansive, ha insistito in particolare sul taglio del cuneo fiscale, specie sui redditi fino a 25mila euro, per aiutare i singoli beneficiari, ossia i lavoratori meno abbienti, e di riflesso contribuire anche alla ripresa dell’economia mediante maggiori consumi interni.