Da una Capitale rovente per il clima, il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, ha scelto di inviare un messaggio al mondo intero, agli Usa o, meglio, al presidente Donald Trump, e all’Europa. In un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera («Io, Trump e Salvini» e «Siamo pronti a riannodare i fili con l’America») e in un articolo da lui stesso firmato e pubblicato dal quotidiano La Stampa («I sovranisti guideranno l’economia»), che hanno preceduto gli appuntamenti istituzionali con Papa Francesco, poi con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ampiamente spiegato il senso della sua visita lampo (circa 12 ore). Quello che Putin intende mettere in atto è un disgelo dichiarato verso gli Usa e implicito, ma neanche tanto, verso l’Ue e la chiave scelta più che filo-atlantista è decisamente sovranista. È infatti con il presidente Donald Trump, più che con “gli Usa”, che Putin intende «riavviare il dialogo bilaterale su un’ampia agenda strategica», mentre restano inalterate le distanze sulla presunta intromissione russa nelle elezioni americane o sugli armamenti. Il sovranismo, anche in chiave antiglobalista, è il filo conduttore che lega più gli uomini che i Paesi ovvero culture e storie non solo diverse ma contrapposte. Un “link” che preoccupa molti in Italia e nel mondo, i quali, pur di non ammettere l’emergere e il rafforzarsi di una nuova rete internazionale con cui fare i conti, preferiscono descrivere l’Italia e gli altri Paesi sovranisti isolati “dal mondo”.

Vladimir Putin al Corriere della Sera ha detto che «vorrebbe abolire le contro-sanzioni che colpiscono pesantemente l’export italiano», ricordando tuttavia come esse siano state concepite quale risposta «a decisioni prese da tutti i Paesi della Ue, compresa naturalmente anche l’Italia», un’Italia di centro sinistra, ovviamente. Ecco perché la visita, ancorché lampo, desta qualche preoccupazione o, nel migliore dei casi, preoccupato interesse. In Italia Putin è venuto a discutere di «cooperazione italo-russa nella sfera politica, commerciale, economica, culturale e umanitaria», nonché della «crisi libica, della questione venezuelana e della situazione in Ucraina». Se l’Italia è ormai l’«osservato speciale», degli Usa, della Russia e dell’Ue, vuol dire che l’isolamento è sempre più impalpabile e che il ghiaccio, senza neanche la complicità del caldo, in qualche modo si scioglierà.