Pur di non dover ammettere di aver sbagliato conti e previsioni, continuano a dire che l’Italia è isolata, irrilevante e che in questa partita non è riuscita a ottenere nomine di spicco, ma oggi sono arrivate due importanti conferme. La prima che la Commissione Ue ha deciso di non raccomandare l’apertura della procedura contro l’Italia. «Grazie all’insieme delle misure adottate dal governo, l’Italia rispetterebbe complessivamente le regole del Patto nel 2019 sullo sforzo strutturale», ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, notoriamente molto severo, durante una conferenza stampa. «Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni» e quindi «la procedura per debito non è più giustificata». Dunque ha funzionato la strategia del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del Governo nel suo insieme ovvero continuare a rassicurare gli italiani, insieme al ministro dell’Economia Giovanni Tria, già da molti giorni prima della celebrazione del Consiglio europeo che la procedura di infrazione contro la manovra gialloblu non sarebbe stata avviata; dare al G20 di Osaka il proprio assenso alla cancelliera Angela Merkel, avallato dal presidente francese Emmanuel Macron, a un “pacchetto” di nomine con la presidenza della Commissione Ue assegnata a Frans Timmermans, per poi ritrattarlo durante il Consiglio europeo ponendo una questione di metodo, schierandosi con i Paesi di Visegrad e rompendo così le uova nel paniere a Merkel e Macron ma non fino al punto di impedire loro di “incoronare” due personalità di spicco a loro gradite, come  la tedesca Ursula Von der Leyen a capo della Commissione Ue e la francese Christine Lagarde, attuale capo del Fmi, a capo della Bce. L’altra conferma è stata l’elezione con 345 voti, alla seconda votazione, avvenuta oggi dell’eurodeputato Pd, David Sassoli, alla presidenza del Parlamento Ue. Senza dimenticare il terzo risultato: la nomina di un italiano alla carica di Commissario economico (alla Concorrenza) indicato dalla Lega e, a quanto pare, “combattuta” tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e il ministro dell’Agricoltura, Gianmarco Centinaio. Per il vice premier Matteo Salvini: «Conte ha fatto quel che doveva fare».