di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

 

In un solo giorno, stamattina all’alba, è stato inferto un duro colpo alla camorra, con l’arresto di 100 esponenti della Alleanza di Secondigliano su tutto il territorio nazionale, grazie ad un’operazione del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli e del Ros. Un’operazione brillante ed eclatante che si inquadra in una lunga serie di colpi inferti in questo ultimo anno alla criminalità. Quest’ultima è sempre più invasiva e diffusa, non risparmia alcun territorio e presidia non solo il mercato illecito e illegale, ma anche quelli leciti e legali. Ieri un’altra operazione contro la ndrangheta è stata portata a termine in Emilia Romagna, dove la Polizia di Stato di Bologna, in collaborazione con quella di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha colpito il sodalizio storicamente legato alla nota famiglia mafiosa dei Grande Aracri, di Cutro, in provincia di Crotone. Circa 100 le perquisizioni e 300, tra donne e uomini della Polizia di Stato appartenenti a tutti gli Uffici investigativi dell’Emilia Romagna, il personale coinvolto. A confronto i 40 arresti per mafia, pur importanti, avvenuti in provincia di Lecce che, grazie ai Carabinieri, e con i quali è stato stroncato un gruppo criminale emergente, potrebbero quasi apparire poca cosa.
Nel corso di questo esaltante e contrastato anno di governo, raramente qualcuno, a parte il ministro degli Interni, Matteo Salvini, come noto molto attento sulle questioni della sicurezza, non solo perché di sua stretta competenza, si è soffermato a commentare e analizzare simili operazioni. Quasi mai parole come quelle espresse oggi dal ministro Salvini – «grazie a Forze dell’Ordine, Procura e inquirenti: contro i clan nessuna pietà» -, che ha anche annunciato fra oggi e domani al Viminale quattro Comitati Nazionali per l’Ordine e la Sicurezza in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, sono riuscite a “fare dibattito”. La ragione, paradossalmente, è sia comprensibile sia evidente. Nel gioco della politica e soprattutto della battaglia mediatica, Olimpiadi invernali a parte, non fa gioco complimentarsi e condividere importanti risultati portati aventi dalla parte politica avversa, soprattutto quando è al Governo. Nessun commento neanche da chi, apparentemente, dovrebbe essere libero dagli equilibri politici, come qualche scrittore, di cui preferisco non fare il nome, che sulla camorra e sulla mafia scrive copiosamente libri e articoli.
Sarebbe invece opportuno, almeno in materia di lotta alla criminalità, nella quale occorre considerare anche il nodo dell’immigrazione illegale, in un Paese che purtroppo si può considerare patria e primo esportatore di metodi mafiosi, lottare tutti uniti, al di là delle appartenenze politiche, per rendere la nostra amata Italia, o almeno per chi lo è, un posto davvero migliore.