La certezza è che nel nostro Paese si continua, purtroppo, a morire di lavoro con numeri non in linea con quelli di una economia avanzata, attenta agli aspetti sociali e non solo economici. Il rapporto annuale dell’Inail certifica il fenomeno degli infortuni sotto il profilo amministrativo, vale a dire con riferimento a quegli accadimenti che hanno trovato una catalogazione in base alla normativa vigente. Ed allora, ad oggi, le denunce di infortunio mortale sul lavoro o in itinere nel 2018 sono stati 1.218, il 6% in più rispetto all’anno precedente, ma anche undici in meno rispetto a quanto comunicato in via provvisoria nei mesi scorsi. Questa leggera differenza con il dato di 1.229 è imputabile a questioni amministrative, considerando peraltro che l’Inail stesso conferma la presenza di un certo numero di denunce in istruttoria. A fronte di questi dati, ciò che emerge è un incremento degli infortuni mortali nell’ordine del 6%, quasi la stessa percentuale che l’Istituto assicurativo ha riscontrato nei primi del 2019 con riferimento al medesimo periodo dell’anno precedente. In leggero calo, invece, le denunce degli infortuni, poco più di 645mila, con una contrazione dello 0,3%. Osservando però con attenzione le statistiche, in particolare andando a guardare l’incidenza in rapporto ai lavoratori, non si può escludere un sottodimensionamento del fenomeno in alcune aree del Paese.