di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La morte avvenuta tra San Giorgio Jonico e Pulsano (Taranto), durante lo spegnimento di un incendio, di un Vigile del Fuoco del distaccamento di Grottaglie (54 anni) o quella accaduta sempre ieri nel porto di Ancona di un giovane agente marittimo, 33 anni, dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto la sicurezza sia un requisito e uno standard imprescindibile della nostra vita quotidiana. Due scomparse, solo le ultime purtroppo di una lunga serie, che stridono alla luce dell’innovazione tecnologica, dell’intelligenza artificiale, della robotica di cui oggi tanto si parla, eppure accadono senza sosta, sotto ai nostri occhi. Ma stridono ancora di più soprattutto se confrontate con le cause e la dinamica dell’esplosione avvenuta ieri a Rocca di Papa, in provincia di Roma, che ha causato il crollo parziale di un edificio che ospitava la sede del Comune e una scuola materna e che solo per una pura casualità non ha provocato altre morti, senza risparmiarci ovviamente il ferimento di nove persone, di cui tre bambini. Nessuno è escluso o esonerato da un principio di responsabilità; nessuno, a cominciare dagli imprenditori fino ad arrivare ai lavoratori. Il crollo di Rocca di Papa è stato causato da una fuga di gas, provocata dopo l’intervento di alcuni operai, di una ditta in subappalto, che stavano eseguendo lavori in strada, e che ha provocato la rottura di una conduttura del gas. Gli operai, invece di far scattare l’allarme e mettere in salvo più gente possibile, hanno preferito fuggire. Una testimone ha raccontato: «Ho sentito prima un boato e poi l’esplosione. Tutti i vetri e le finestre sono volati via. La gente correva via dal Comune. Sono rimasta pietrificata».
E pietrificata deve essere rimasta anche tutta la squadra di Vigili del Fuoco di Grottaglie, quando, mentre tra San Giorgio Jonico e Pulsano era impegnata nello spegnimento di un incendio che aveva avvolto anche un camion parcheggiato accanto ad una masseria, hanno visto un loro collega aprire il portellone posteriore dello stesso essere travolto e ucciso da un’improvvisa esplosione. Non tutti possono essere degli eroi come i Vigili del Fuoco, i quali sanno come intervenire e sanno anche, in ogni intervento, di poter perdere la vita per salvare quella degli altri. Un compito senza pari che svolgono a fronte di un inadeguato compenso economico, inferiore a quello delle altre forze di sicurezza. Oggi per me, come per tutto il Corpo dei Vigili del Fuoco, è lutto nazionale per la morte del Vigile che, come tutti gli altri suoi colleghi, rischia la sua vita per salvare quella di tutti noi 24 ore su 24. Ma lo è anche perché non si può e non si deve lasciare la sicurezza e la salute sul lavoro solo nelle mani degli eroi, i quali, come realtà dimostra non sono tanti e dobbiamo preservare. La sicurezza va coltivata e curata ogni singolo giorno da tutti, dai pavidi e degli impavidi, come fosse una figlia o un figlio, che non smetteremmo mai di proteggere, neanche quando saranno diventati più forti e più saggi di noi.