Dopo le polemiche dei giorni passati, con l’azienda a rivendicare la propria decisione, giustificandola con le mutate condizioni dei mercanti internazionali, e i sindacati e il governo a chiedere il rispetto dei patti sottoscritti nell’autunno scorso, la settimana si è aperta con un primo incontro nella sede nazionale di Confindustria a Roma. Sul tavolo, la richiesta di ArcelorMittal, che guida la cordata che ha acquisito gli stabilimenti Ilva, di procedere alla cassa integrazione guadagni ordinaria per poco meno di 1.400 unità nello sito di Taranto, a partire da luglio e per complessive 13 settimane. Ciò che i sindacati presenti in azienda – Fiom, Fim, Uilm, Ugl Metalmeccanici e Usb – contestano è la tempistica nella quale è maturata la richiesta. Soltanto un mese fa, i vertici di ArcelorMittal avevano scongiurato qualsiasi ricaduta possibile sui lavoratori per effetto della modifica delle stime di produzione, da 6 milioni di tonnellate a 5.