di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il 26 maggio, ormai alle porte, non è una data importante solo perché l’esito delle urne ridisegnerà il volto dell’Europarlamento, ma anche perché nella stessa data si voterà per il rinnovo di molte amministrazioni locali, cosa non certo secondaria. Nonostante la campagna per le europee abbia pressoché monopolizzato il dibattito politico e mediatico e l’attenzione dell’opinione pubblica, nell’election day di domenica prossima è infatti in ballo la designazione del presidente e del consiglio regionale del Piemonte e il rinnovo delle amministrazioni di oltre 3800 Comuni piccoli e grandi, dislocati su tutto il territorio nazionale. Si svolgeranno anche le elezioni suppletive in due collegi uninominali del Trentino-Alto Adige per la Camera dei Deputati. Le novità che, anche a livello locale, emergeranno dalle urne avranno importanti conseguenze per il futuro dei moltissimi cittadini coinvolti e daranno, inoltre, modo di verificare lo stato dell’arte in merito agli equilibri politici ed ai rapporti di forza fra i vari partiti. Si pensi ad esempio alla regione Piemonte, dove si sfideranno per il ruolo di presidente il governatore uscente di centrosinistra Chiamparino, Bertola dei 5 Stelle, il forzista Cirio sostenuto da tutto il centrodestra e Boero, l’outsider del Popolo della Famiglia. La scelta degli elettori ci dirà molto, ad esempio, su un tema importante come quello della Tav, ultimamente uscito di scena, ma in realtà non ancora risolto. L’eventuale vittoria del centrodestra significherebbe l’en plein nel Nord, con l’eccezione della Val D’Aosta a guida autonomista, e l’ennesima regione strappata alla sinistra. Attraverso i risultati piemontesi, trentini e dei molti comuni coinvolti, fra i quali diversi capoluoghi e circa 230 grandi cittadine con più di 15mila abitanti, si comprenderà meglio se  l’avanzata del centrodestra a livello locale, avvenuta in tutte le ultime tornate amministrative, sarà confermata e che tipo di conseguenze ci saranno anche nella politica nazionale. Si voterà in alcune città dal valore “simbolico” come Firenze, emblema dell’era renziana, o Livorno, feudo grillino. Tra i principali Comuni al voto anche Reggio Emilia, Avellino, Bergamo, Bari. Senza poi considerare il fatto che, a differenza delle elezioni europee, basate su un sistema proporzionale puro in cui ogni partito fa per sé, a livello locale sarà possibile testare, oltre alle alleanze, anche gli orientamenti dell’elettorato nei probabili ballottaggi, quando si dovrà scegliere fra i due soli candidati rimasti in lizza. Come sempre non mancheranno, a urne chiuse, i distinguo fra amministrative e politiche, ma resta innegabile il fatto che anche in questo caso i risultati elettorali saranno una cartina di tornasole sul generale gradimento dei partiti, di governo e di opposizione. Non solo Europa, quindi.