Quota 100 e non solo. La Pubblica amministrazione, secondo quanto riferisce lo stesso ministro Giulia Bongiorno, è destinata a conoscere un forte esodo già nel 2019 e poi negli anni successivi. Il dipartimento della funzione pubblica stima infatti uscite nell’ordine di 250mila unità nel corso dell’anno. Di queste, 150mila cessazioni avverranno con le regole previste dalla legge Fornero, fra anzianità e pensione anticipata per raggiunti limiti contributivi, mentre con quota 100, il meccanismo introdotto del decretone del gennaio scorso, andranno in pensione in 100mila. In tutto, quindi, fanno 250mila, un numero importante pari a circa l’8% dell’intera forza lavoro del pubblico impiego. Se è pur vero che le prime uscite con quota 100 ci saranno soltanto ad agosto, un esodo così consistente rischia di avere effetti negativi sui servizi erogati al cittadino. Per superare questa ipotesi, il governo ha già previsto lo sblocco delle assunzioni ordinarie, molto penalizzate negli ultimi anni per effetto delle stringenti regole sul turn over, più un pacchetto di assunzioni aggiuntive di una certa consistenza, finalizzate ad andare a coprire alcune falle presenti nelle piante organiche. Il blocco del turn over e la stessa riduzione delle risorse per la formazione, volute dall’esecutivo Monti, non hanno permesso di adeguare le professionalità richieste dalla crescente digitalizzazione dei processi produttivi.