In tempo per comunicare ai colleghi la revoca dello sciopero in programma per il 17 maggio prossimo. Dopo una lunga notte di trattative, alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro leghista Marco Bussetti, è stato raggiunto alle sei di mattina un accordo sul rinnovo del contratto collettivo nazionale del personale della scuola e delle università. È stato lo stesso presidente del consiglio dei ministri a prendere l’impegno a trovare nuove risorse da investire nella scuola, a partire proprio dal contratto collettivo nazionale, così da assicurare «un congruo incremento degli stipendi che vanno adeguati alle responsabilità dei docenti». L’intesa non riguarda, però, soltanto gli aspetti economici del contratto, ma investe anche una serie di aspetti destinati ad avere una significativa ricaduta sul sistema scolastico. In primo luogo, la conferma che la scuola è unitaria su tutto il territorio nazionale, per cui non può essere oggetto di autonomia differenziata. A seguire, l’accordo prevede la stabilizzazione del personale precario, attraverso un concorso semplificato o un percorso abilitante o selettivo, mentre per quanto attiene all’università e alle Afam si apre alla maggiore flessibilità nell’utilizzo del salario accessorio e all’incremento del personale impiegato in attività di ricerca e didattica. Dal fronte sindacale si plaude convintamente al metodo del confronto adottato in questa occasione.