La possibilità che le clausole di salvaguardia scattino ancora c’è o quanto meno ci sarà finché non si troveranno alternative valide. A dirlo è stato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, questa mattina in audizione sul Def di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. «Ricordo – ha spiegato il ministro – che lo scenario tendenziale incorpora gli aumenti dell’Iva e delle accise che avrebbero luogo a gennaio 2020 e 2021. La legislazione vigente in materia fiscale viene confermata nell’attesa di definire nei prossimi mesi misure alternative». Proprio ieri, sempre durante un’audizione in Parlamento, la Banca d’Italia ha avvertito che se non si attueranno gli aumenti automatici dell’Iva, senza adeguate coperture, il disavanzo si collocherebbe al 3,4% del Pil nel 2020 al 3,3% nel 2021 e al 3% nel 2022. Insomma, l’intenzione del governo è sì quella di evitare gli aumenti, ma in mancanza di alternative l’aumento dell’Iva potrebbe essere inevitabile. Intanto oggi i vicepremier hanno ribadito che l’Iva non aumenterà: Di Maio ha sottolineato che «finché il M5s sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario, l’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento». Gli ha fatto eco il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, categorico, ha assicurato che «l’Iva non aumenterà. Punto. La Lega è al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri governi».