Riuscire a sciogliere il nodo Brexit risulta sempre più difficile. La data per il divorzio con l’Ue viene ancora posticipata, con un rinvio “flessibile” al 31 ottobre, tanto che c’è già chi parla di “Halloween-Brexit”. A  condizione, però, che i britannici vadano al voto per il rinnovo del Parlamento europeo, anche perché, dato il fatto che il Regno Unito è ancora membro a tutti gli effetti dell’Unione, la mancata partecipazione alle elezioni e l’assenza di rappresentanti britannici nel Parlamento Ue creerebbero problemi giuridici di non poco conto, mettendo a rischio la stessa legittimità delle attività dell’Assemblea. Tuttavia, a distanza di 3 anni dal referendum e dopo estenuanti trattative, la prospettiva di dover alla fine chiedere ai cittadini di votare per le europee sarebbe piuttosto imbarazzante per i politici d’oltremanica e in particolare per chi aveva il compito di traghettare il Paese fuori dall’Ue. Per evitare questo la May, pur avendo tempo fino all’autunno, tenterà di uscire «il prima possibile», cercando un accordo in extremis che possa avere l’approvazione sia del Parlamento inglese che dell’Unione europea. Una vera e propria missione impossibile da portare a termine entro la data del 22 maggio, termine ultimo per evitare la partecipazione alle prossime europee.