E adesso? La domanda è d’obbligo dopo la decisione di EasyJet – la compagnia low cost britannica – di ritirarsi dal progetto di consorzio con Delta e Fs per il salvataggio di Alitalia. L’annuncio è stato fatto ieri, senza essere motivato: alcune indiscrezioni sostengono che il management della compagnia ha considerato poco strategica l’operazione. Delta ha confermato invece l’intenzione di proseguire la trattativa con il ministero dello Sviluppo economico, pur non specificando l’impegno finanziario: la società statunitense sembra intenzionata ad entrare con una quota iniziale del 10%, con un investimento di 100 milioni di euro. Alle Ferrovie dello Stato andrebbe invece il 30%. Il governo è comunque ottimista: «È dossier gestito molto bene dal collega vicepremier Di Maio, che lo sta portando avanti. Penso che siamo in dirittura d’arrivo e fine marzo dovrebbe essere la data utile per dare notizie risolutive», ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Nel frattempo non è stata rinnovata la Cassa integrazione straordinaria, che scadrà il 23 marzo: dopo una ennesima tornata al ministero del Lavoro, le parti hanno rinviato il confronto al 22 marzo, data ultima per raggiungere un’intesa. Le richieste della compagnia, che i sindacati hanno chiesto di ridurre, riguardano 1.010 dipendenti – 850 addetti ai servizi di terra, 90 piloti e 70 assistenti di volo – fino al 23 settembre.