Ad annunciarlo l’Ugl Telecomunicazioni, «a distanza di pochi giorni dai cosiddetti ‘efficientamenti’ dichiarati da Vodafone (1.130 esuberi), dalle vertenze Almaviva di Palermo e Abramo Customer Care in Calabria, dagli effetti ancora tutti da verificare dell’assegnazione della gara nazionale Inps sui Contact Center, dalla situazione di estrema incertezza sugli assetti di governance di Tim (con le 4.300 uscite volontarie di lavoratori), si è aggiunta un’altra vertenza: Wind3 (dove al momento lavorano 6900 persone, ndr) ha annunciato un piano di ristrutturazione». Ecco perché la sigla sindacale ha chiesto nuovamente al ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, di convocare al più presto il tavolo di settore annunciato per due volte e per altre due volte prorogato. Secondo Il piano di Wind3 è in via di definizione e illustrato alle rappresentanze dei lavoratori. Prospettata la creazione di una newco per le torri, denominata “Pisa”, dove confluirebbero le 7.000 unità che sono rimaste in seno al gruppo, e andrebbe in vendita il 49% della società delle torri, mantenendone dunque il controllo. Pur non prevedendo alcun esubero, il piano prevede il trasferimento dalle sedi di Roma e Napoli a Milano di circa 150 persone e dalle sedi di Roma e Napoli a Milano di circa 150 persone. Wind3 è l’ennesima vittima della concorrenza di Iliad, grazie ad un mercato “liberalizzato”, nel quale però questioni come «le delocalizzazioni e il dumping salariale tra lavoratori non sono state mai veramente arginate», sostiene la sigla sindacale.