di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

L’appuntamento è nel primo pomeriggio di mercoledì. Dopo aver incontrato ufficialmente prima il sottosegretario Claudio Durigon e poi il suo collega Claudio Cominardi, i segretari generali delle confederazioni sindacali si apprestano ad incontrare anche il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. Non è la prima volta che ci si incontra – è già accaduto di sedere allo stesso tavolo per delle vertenze specifiche, da Alitalia ai rider -, ma, questa volta, è diverso, perché questo incontro arriva in un momento decisamente particolare per il nostro Paese. Siamo ad un punto di svolta probabilmente decisivo; quei momenti da non perdere, poiché da essi dipende il futuro immediato, come pure quello temporalmente più distante. Fra pochi giorni, il Parlamento approverà in via definitiva i due provvedimenti cardine dell’ultima legge di bilancio: il Reddito di cittadinanza e Quota 100 (più tutte le altre misure in materia previdenziale, che spesso passano in secondo piano, ma che sono importantissime, dalla proroga dell’Ape sociale ad Opzione donna, passando per il riscatto agevolato della laurea, per la pace contributiva e per lo stop degli adeguamenti alla speranza di vita per i lavoratori precoci e non solo). Tutti i numeri, quelli sulla povertà e gli altri sulle dinamiche interne al mercato del lavoro, confermano la necessità del doppio intervento, cosa peraltro avvalorata dalla positiva accoglienza che gli stessi hanno avuto nella cittadinanza. Intanto, proprio oggi, è partita al Senato la discussione sull’introduzione di un salario minimo orario per legge. Premesso che l’obiettivo di fondo dovrebbe essere quello dell’estensione della contrattazione collettiva nazionale a tutti i lavoratori e le lavoratrici, con tutto il suo bagaglio di tutele che non si riduce esclusivamente alla parte economica, rimane in piedi la questione dei tanti, troppi lavoratori poveri. Le ragioni sono diverse, andando dalle vaste zone grigie alimentate dal fenomeno delle cosiddette cooperative spurie alla concorrenza sleale giocata sul costo del lavoro. Fenomeni sui quali incide la stessa pubblica amministrazione: gli enti locali affidano appalti ben sapendo che non saranno rispettati i minimi retributivi. Ecco quindi che la discussione sui disegni di legge sul salario minimo orario dovrebbe e potrebbe rappresentare l’occasione per ridare sostanza agli stipendi dei nostri lavoratori. L’incontro con Di Maio, però, dovrà servire anche per parlare di altro: di come creare lavoro, di come rimettere in moto l’economia, temi già accennati al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che le confederazioni sindacali hanno incontrato alla vigilia della definizione della legge di bilancio. Fisco, cantieri, lavoro: tutto si tiene, quindi, nell’interesse del Paese e dei suoi cittadini.