di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Le prossime elezioni europee, e mancano ancora tre mesi al voto, sono particolarmente sentite, molto di più rispetto alle scorse tornate. Il motivo è presto detto: per la prima volta si potrebbe incrinare lo storico monopolio dell’Europarlamento detenuto dai gruppi politici che rappresentano il cosiddetto establishment, ossia popolari e socialisti, grazie all’avanzamento delle forze sovraniste. Sarà forse per questo che allarmi e allarmismi si sprecano. Il nuovo che avanza entusiasma qualcuno e spaventa qualcun altro. Comunque la si pensi, e la nostra opinione in merito è piuttosto chiara, di fronte a questo cambiamento, per certi versi epocale, bisogna mantenere un atteggiamento equilibrato per evitare il degenerare della situazione. Oggi su molti giornali vengono riprese, e in qualche caso amplificate, le conclusioni della Relazione annuale del Dis presentata in Parlamento. I nostri Servizi stilano un elenco delle principali minacce alla pubblica sicurezza e su tutte ci sarebbe qualche riflessione da fare. Dalle “vecchie” mafie che sempre più si modernizzano attraverso un uso disinvolto dei social, alle mafie “nuove”, come quella nigeriana. Sulla necessità di combattere entrambe l’impegno della politica non può che essere compatto. Poi il cyber spionaggio utilizzato a scopi politici; anche di questo si è molto parlato e l’obiettivo dovrebbe essere quello di trovare anche sul web un equilibrio fra sicurezza e libertà, ricordando – al netto delle esecrabili “fake news” – l’importanza dei nuovi mezzi di comunicazione, che hanno consentito una maggiore diversificazione e una più ampia partecipazione a un dibattito pubblico, che nella gran parte dei media tradizionali era diventato monocorde e autoreferenziale, per non dire fazioso. Il pericolo relativo all’estremismo islamico, sia da parte di jihadisti provenienti da Paesi extra-Ue che di “radicalizzati in casa”, particolarmente difficili da individuare. E la questione più ampia delle migrazioni. Due fenomeni non certo sovrapponibili, ma in parte connessi. I modi in cui affrontare la questione migratoria e confrontarsi con il mondo islamico, assieme alla concezione economica, che contrappone globalismo neoliberista e sovranismo popolare, sono gli elementi maggiormente divisivi che contraddistinguono da un lato l’establishment e dall’altro i populisti. Infine il rischio forse più inquietante, fra quelli presentati dagli 007, che in vista delle europee prevedono il possibile acuirsi di episodi di intolleranza verso gli stranieri o di scontri fra opposti estremismi politici. Alla vigilia di quel cambio di passo, pacifico e democratico, che tanti europei aspettano da anni, ci auguriamo un confronto sereno, nel mutuo rispetto reciproco, onde non alimentare circoli viziosi di tensione e vecchie strategie di cui né il nostro Paese né l’Europa hanno certo bisogno.