Un percorso lungo che formalmente dura almeno un anno, ma che, nei fatti, è ancora più complesso ed architettato. La definizione della nuova Politica agricola comune (Pac) 2021-2027 muove dall’adozione da parte della Commissione di tre proposte, la 392, la 393 e la 394, il 1° giugno dello scorso anno. Un pacchetto di interventi che vanno dal sostegno agricolo alla gestione dei fondi comunitari, dall’agricoltura sostenibile allo sviluppo rurale, dalla produzione all’informazione del consumatore, passando per il mercato comune, la denominazione di origine e quella del prodotto, il regime di pagamento unico e l’etichettatura. L’adozione delle tre proposte di regolamento poggia su una serie di articoli del Trattato di funzione dell’Unione europea: il 39 che stabilisce gli obiettivi della Politica agricola comune, il 42 e il 43 sui piani strategici sempre della Pac più una serie di altri articoli che permettono alla Commissione di intervenire per proporre delle modifiche ai regolamenti. Le proposte di regolamento sono poi inviate ai singoli Paesi partner per una valutazione complessiva e specifica. Nel caso dell’Italia, i testi sono all’esame della Commissione agricoltura che, oltre ad aver ricevuto le relazioni tecniche con le osservazioni da parte del governo, sta approfondendo le tematiche, anche attraverso un coinvolgimento dei soggetti economico-sociali che operano nel settore. Verosimilmente, l’intero iter dovrebbe concludersi fra maggio e giugno con il parere sulle tre proposte di regolamento comunitario.