di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

È da prima ancora dell’Unità d’Italia che il nostro Paese si alimenta di Questioni: la Chiesa e il ruolo dei cattolici in politica, quella settentrionale, l’altra, ancora irrisolta, del Meridione. Oggi, le varie Questioni aperte hanno spesso delle sigle, dalla Tav alla Tap. In un tale scenario, il rischio di inflazionare i temi veramente importanti esiste, finendo così per saturare l’attenzione dell’opinione pubblica, come accade, ad esempio, per le numerose campagne, tutte peraltro meritorie, che invitano ad inviare un sms a sostegno di una determinata iniziativa. Eppure, se vi è un tema che rimane centrale, una vera Questione, è la condizione femminile nel nostro Paese e, più in generale, nelle moderne economie. La donna continua ad essere sottopagata, rispetto al lavoro che svolge ed alla preparazione acquisita in lunghi anni di studio, spesso caratterizzati da quella che qualche commentatore ha definito la sindrome di Hermione Granger, l’amica studiosa di Harry Potter, sempre china sui libri di scuola, alla ricerca di una difficile perfezione. Nelle pagine che seguono si è provato ad analizzare il perché di questa situazione, osservando come molto si definisce già a scuola, con le ragazze che denotano una certa resistenza ad affrontare le cosiddette materie Stem, vale a dire scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, puntando più sulle materie umanistiche. Ciò finisce, inevitabilmente, per riflettersi sulle opportunità occupazionali. Del resto, anche laddove le donne riescono a farsi spazio, dalla letteratura alla musica, passando per lo sport, non mancano colli di bottiglia ed ostacoli a tutto tondo, che rendono complicate e sicuramente più faticose le carriere professionali.