A fine anno è peggiorato l’andamento delle esportazioni di prodotti italiani. A dicembre, infatti, l’Istat ha registrato un calo congiunturale del 2,3% (in calo anche l’import, dell’1%), legato esclusivamente ad una diminuzione delle vendite verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea, scese del 5,6% contro l’aumento di mezzo punto percentuale che ha interessato quelle verso i Paesi europei. Dalle tabelle relative ai raggruppanti principali di industrie emerge che a diminuire sono state le vendite di tutte le tipologie, tranne quelle di beni di consumo durevoli (+2,7%). Andamento simile ha interessato anche il confronto tendenziale: rispetto al dicembre scorso l’export è diminuito del 2,7%, riflettendo il -5,1% delle vendite verso i Paesi extra-Ue e il -0,3%. Rispetto all’anno scorso risultano in calo le vendite verso l’estero di beni di consumo, -5,7% (+0,2% quelli durevoli e -6,9% quelli non durevoli); di beni strumentali, -1,4%, e di beni intermedi, -1,1%. Su dello 0,9% l’indice relativo all’energia. «Su base annua – si legge nell’analisi – , i paesi che contribuiscono maggiormente al calo delle esportazioni sono Turchia (- 32,9%), Stati Uniti (-5,7%), Cina (-15,2%) e paesi OPEC (-8,3%). Si segnala l’aumento tendenziale delle esportazioni verso la Francia (+5,1%) e la Svizzera (+7,5%)». Per quanto riguarda invece l’intero anno, l’Istat spiega che tra gennaio e dicembre le esportazioni italiane sono cresciute del 3% contro il +7,6% realizzato nell’arco del 2017. In questo caso il risultato è una sintesi del +4,1% rilevato per le vendite verso i Paesi interni all’Unione europea e del +1,7% delle vendite verso i Paesi al di fuori dell’area.