La risposta c’è. Anche se al momento è soltanto sulla carta, sotto forma di disegno di legge, il fatto stesso che fra i proponenti ci siano due sottosegretari al Ministero dell’economia, Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci, dimostra come il dossier sia seguito con estrema attenzione, almeno da una delle due componenti del governo, quella facente capo al vicepremier Matteo Salvini. Nel momento in cui una serie di indicatori economici segnano il passo – l’ultimo è quello relativo alla produzione industriale che si è ridotta del 5,5% su base annua -, la riposta che arriva si inserisce nel solco già tracciato nella legge di bilancio sul versante del fisco. Come noto, con il provvedimento entrato in vigore il 1° gennaio, ai redditi da lavoro autonomo e da professioni fino a 65mila euro si applica una aliquota sostitutiva del 15 percento. Tale provvedimento, in linea con quanto contenuto nell’allora programma del centrodestra, è il primo tassello verso l’introduzione della cosiddetta flat tax, la tassa piatta e lineare volta a ridurre la pressione fiscale, favorendo, di conseguenza, il rilancio dell’economia per effetto delle maggiori risorse messe in circolo. Ora, il progetto iniziale punta ad estendersi all’intera platea delle persone fisiche e delle aziende. Visti i pesanti vincoli di bilancio che rendono complesso un intervento sul fisco, il disegno di legge individua una soluzione non solo praticabile, ma anche assolutamente vantaggiosa per tutti gli scaglioni di reddito. L’idea è quella dell’applicazione di una aliquota sostitutiva, dell’Irpef e delle addizionali regionale e comunale, del 15 percento sui redditi aggiuntivi rispetto all’anno precedente. I vantaggi ci sono sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi. Un rinnovo del contratto collettivo di lavoro peserebbe di più, assicurando in questo modo un maggiore potere di acquisto che finirebbe per riflettersi positivamente sul livello dei consumi. Soprattutto, si potrebbe porre un freno ad un fenomeno, quello del part time involontario usato da datori di lavoro senza scrupoli, fortemente penalizzante anche sotto il profilo previdenziale per il lavoratore dipendente. La tassazione di vantaggio sui redditi aggiuntivi, rispetto a quelli dichiarati l’anno precedente, serve infine per far emergere il sommerso, l’altra grande piaga del nostro Paese, insieme ai bassi salari.