Mestieri dimenticati per i più, ma ancora oggi richiesti da tante aziende, pronte a offrire stipendi oltre la media nazionale a chi vuole cimentarsi, ad esempio, nella lavorazione del ferro. È uno spaccato dell’Italia del lavoro che c’è ma non ‘trova’ i lavoratori quella che racconta, ad Adnkronos/Labitalia, Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, associazione di categoria delle agenzie per il lavoro private che rappresenta 25 realtà in tutta Italia. «Pensano -spiega Rasizza- che sia un lavoro poco gratificante e poco nobile. Nessun ragazzo si alza al mattino col sogno di fare il tornitore, il saldatore, il ‘calderaro’. Ma sono tra le figure più ricercate a Brescia, dove cercano chi sa lavorare il ferro, con stipendi che arrivano anche a 3.000-3.500 euro al mese». Ma non c’è solo Brescia. «L’Italia è lunga e stretta: ogni territorio -continua- ha le sue caratteristiche, ogni territorio in alcuni casi ha il suo distretto. Se andiamo nelle Marche c’è tutta la zona del calzaturiero, se andiamo a Varese sono un po più generalisti ma gomma-tessile-plastica sono i settori che vanno per la maggiore». «Ogni zona quindi -continua- ha le sue caratteristiche ma, se dovessi  riassumere e dare una risposta complessiva, direi che oggi servono persone specializzate. Devi sapere fare qualcosa bene: anche le fotocopie, ma devi essere il numero uno italiano delle fotocopie. Non puoi essere un generalista. Perché l’azienda ha bisogno di qualcuno – conclude Rasizza – che immediatamente faccia bene un pezzettino della filiera produttiva della sua azienda». (Adnkronos/Labitalia)