Tasso di occupazione stabile, al 58,7%, nel terzo trimestre del 2018. In valori assoluti, però, si registra una riduzione del numero degli occupati, circa 52mila unità, transitate nell’inattività e non nella disoccupazione, la quale, infatti, si riduce nello stesso periodo di tempo. Tali aggiustamenti, secondo l’Istat, riflettono l’andamento dell’economia, in particolare la battuta d’arresto del prodotto interno lordo, che nel terzo trimestre del 2018 cala di poco, ma cala dello 0,1%. C’è un aspetto sul quale, invece, ha inciso in maniera chiara ed evidente la politica. Cominciano a registrarsi i primi effetti del decreto Dignità, il quale, come noto, ha messo un freno alla liberalizzazione dei contratti a tempo determinato introdotta con il Jobs act. Ad ottobre, dopo sette mesi di crescita continua, si riducono i dipendenti a termine a tutto vantaggi dei contratti a tempo indeterminato, una inversione di tendenza positiva dopo che, nell’ultimo anno, i lavoratori a termine sono cresciuti di 316mila unità a fronte di una riduzione di 222mila unità fra i dipendenti permanenti. L’Istat registra anche un’altra tendenza, quella della riduzione del ricorso al part time che, comunque, continua ad essere vissuto come una imposizione e non come una opportunità di conciliazione dei tempi di vita con quelli professionali e di lavoro; il lavoro a tempo pieno cresce da 16 trimestri consecutivi.