di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl
Oggi i sindacati sono stati ascoltati dal Governo a proposito della legge di bilancio e così abbiamo avuto modo di esporre a Conte quelle che dal nostro punto di vista sono le luci e le ombre della manovra gialloblu. Inutile negarlo, nel complesso l’Ugl apprezza l’impianto economico e politico che ne è alla base. L’Italia si è fatta, inaspettatamente nonostante i tanti segnali che preannunciavano il cambiamento, capofila in Europa di una nuova visione, che vuole archiviare gli anni dell’austerity neoliberista per dar vita ad un nuovo corso, che metta in primo piano le esigenze del popolo. Un cambiamento radicale, ma pacifico, che ha permesso di voltare pagina senza dover passare per le forche caudine delle proteste di piazza. Perché, non dimentichiamolo, gli italiani, prima del 4 marzo, erano esasperati forse ancor più dei cugini francesi che in questi giorni indossano i gilet gialli. Certo, per risollevare le sorti di un Paese male amministrato da anni, occorre fare molto. La manovra è solo un primo passo, tra l’altro ostacolato dalla pesante eredità del passato in termini di debito, che limita fortemente le possibilità di azione, specie considerando i vincoli europei. Quello che abbiamo chiesto al governo, pur consapevoli dei limiti di bilancio ed apprezzando le misure già contenute nella manovra, è di spingere di più sull’acceleratore degli investimenti, necessari allo sviluppo del Paese. All’Italia, infatti, servirebbe un vero e proprio “Piano Marshall”, che comprenda anche opere di messa in sicurezza, dalle scuole al rischio idrogeologico, non solo tramite l’intervento diretto dello Stato, ma anche mediante una revisione dei fattori di natura legale e burocratica. Senza dimenticare l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, nostra storica richiesta che speriamo stavolta sia ascoltata. Apprezziamo le misure di portata sociale, dall’introduzione di un reddito di cittadinanza basato sulle politiche attive per il lavoro e non meramente assistenzialista, per ridurre il drammatico impatto della povertà, al superamento della legge Fornero tramite l’introduzione di quota 100, una riforma necessaria per garantire il turn-over generazionale, consentire il riposo ai lavoratori ormai anziani e permettere ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Una riforma inimmaginabile solo pochi mesi fa, quando l’unica prospettiva era quella di un innalzamento costante dell’età pensionabile a danno sia dei più giovani che dei più anziani. Positiva anche l’istituzione di un fondo per i risparmiatori danneggiati dalle banche e la riduzione dei costi della politica. Nel complesso una buona manovra, così come è apprezzabile l’impegno di Conte di avviare un tavolo di incontri strutturali e periodici fra governo e parti sociali. Finalmente, la “ sala verde ” di Palazzo Chigi, luogo simbolo del confronto, è stata riaperta.