Gli incentivi diretti non sono sufficienti a generare occupazione di qualità; sicuramente aiutato, ma molto meglio puntare sugli investimenti pubblici e privati nei settori innovativi dell’economia e nella formazione di qualità dei lavoratori e degli imprenditori. È questo il messaggio che arriva dalla annuale presentazione del rapporto sul mercato del lavoro prodotto dal Cnel. Il presidente Tiziano Treu, nei fatti, getta una luce diversa su tutte le operazioni messe in campo in particolare da Matteo Renzi che proprio sugli incentivi – il famoso e sostanzioso bonus contributivo che ha anticipato l’introduzione del contratto a tutele crescenti – ha puntato con forza. Se il sistema produttivo non si adegua – e qui entrano in gioco gli imprenditori con i loro investimenti -, non si esce da una spirale che si caratterizza sempre di più per la presenza di lavoro povero. Oltre tre milioni di lavoratori, 5,2 milioni guardando al reddito annuale, pur essendo occupati, non hanno entrate sufficienti a garantire un livello di vita dignitoso. Le cause sono diverse, dalla crisi alla precarietà dell’occupazione, dalla poca qualificazione professionale alla scelta delle aziende di scaricare il contenimento dei costi soprattutto sui salari. In un tale scenario, per il Cnel è fondamentale insistere sulla formazione dei lavoratori, ma anche degli imprenditori, un aspetto non sempre evidenziato in questi anni.