È ormai questione di ore perché si sciolgano gli ultimi dubbi sulla riforma previdenziale in itinere. È infatti atteso il maxiemendamento del governo alla legge di bilancio che potrebbe contenere le indicazioni decisive per capire le possibilità che si apriranno nei prossimi anni per i lavoratori. Molte anticipazioni dei giorni scorsi stanno trovano conferma. Opzione donna ed Ape sociale continueranno ad esserci. Entrambe le misure sarebbero andate in scadenza il 31 dicembre. Ora l’esecutivo è intenzionato a prorogarle nel 2019, per poi essere assorbite in Quota 100 che, a sua volta, potrebbe essere prevista per i prossimi tre anni. È chiaro che, essendo comunque misure che impegnano risorse importanti, il successo delle quali dipende anche dall’accoglienza che avranno fra i lavoratori, una sperimentazione è necessaria. L’arco temporale di tre anni permetterebbe quindi di valutare con attenzione l’impatto sui lavoratori e sui conti pubblici. Ad oggi si parla di una platea potenziale, valutabile fra i 400 e i 500mila nel prossimo anno, ma manca la certezza di quanti saranno coloro che volontariamente decideranno di lasciare il posto di lavoro per andare in pensione, valutazione che si potrà avere soltanto a consuntivo, fra un anno. Fra le conferme pure quella del non adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per l’uscita anticipata con 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.