di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Dopo la scomparsa di Marchionne, in molti avevano manifestato qualche preoccupazione sul futuro italiano di Fca, ma dopo la presentazione del piano industriale ideato dal nuovo Ad Mike Manley, si può finalmente tirare un sospiro si sollievo. Il progetto è stato presentato a Torino dai vertici dell’azienda alle organizzazioni sindacali – tra le quali la nostra Ugl metalmeccanici, che, anche nei momenti più difficili, ha sempre continuato a credere in un futuro italiano per Fca – e   segna un punto di svolta, una rinascita sintetizzata nelle parole del direttore operativo dell’area che comprende Europa, Medio Oriente ed Africa, Pietro Gorlier: “Siamo pronti a partire dopodomani”. La multinazionale dell’automobile, pur essendo ormai saldamente impiantata negli Usa, non dimentica, infatti, le proprie radici italiane ed è seriamente intenzionata a rilanciare la produzione nel Belpaese, soprattutto grazie alla grande professionalità dei nostri lavoratori. Il progetto per il triennio 2019-2021 prevede investimenti per cinque miliardi, la produzione di quattro nuovi modelli e diversi restyling delle auto già in fabbricazione, con anche l’introduzione di motori elettrici ed ibridi, il tutto affidato agli stabilimenti italiani, nei quali, proprio grazie a tali nuove produzioni, si dovrebbe riconquistare la piena occupazione nel 2021. Gli investimenti e le innovazioni coinvolgeranno tutti i siti dislocati nel Paese ed anche questo è un elemento fondamentale. A Mirafiori verrà affidata la produzione delle prime 500 elettriche, descritte dallo stesso Gorlier come “ipertecnologiche e connesse al 100%”. Mirafiori e Grugliasco si occuperanno del restyling della Maserati Levante e della rivisitazione di altri modelli. A Melfi arriverà la Jeep Compass, finora prodotta solo in Messico, e si realizzeranno la nuova 500X e la Jeep Renegade. Pomigliano sarà impegnata nella fabbricazione di un Compact Suv Alfa Romeo e della Panda Ibrida e qui sarà effettuato il restyling della Panda. A Cassino, oltre alla produzione della Giulietta, si farà il restyling della Giulia e della Maserati D. mentre a Modena si continueranno a produrre la Granturismo e la Grancabrio, affiancate da due nuove auto anche in versione elettrica. Investimenti e riconversioni produttive anche nei siti specializzati nel diesel, da Cento a Pratola Serra. Il tutto affiancato da un piano di formazione del personale incentrato sulle tecnologie elettriche ed ibride. In sintesi, un nuovo importantissimo caso di ri-localizzazione, in assenza, è bene sottolinearlo, di qualsiasi intervento di sostegno da parte pubblica. Una controtendenza che si fa sempre più frequente. Il ritorno in Italia non solo di una più solida e consistente industria manifatturiera, elemento fondamentale per la ripresa economica, ma anche di un maggiore senso di fiducia e speranza nel futuro.