Niente di nuovo: anche quest’anno Bolzano, Trento e Belluno occupano i primi tre gradini della classifica stilata dall’indagine sulla qualità della vita nelle 110 province italiane realizzata da Italia Oggi con l’Università La Sapienza di Roma. Proprio come l’edizione scorsa. Diversi sono i parametri considerati – affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita – mentre gli indicatori utilizzati sono stati 84. La ricerca offre spunti di riflessione interessanti: i centri abitati, che offrono la qualità della vita migliore, non contano più di 100mila abitanti. Nelle prime 40 posizioni, infatti, soltanto Verona e Padova hanno poco più di 200 mila cittadini, mentre Brescia, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Trento, Forlì, Vicenza, Bolzano e Piacenza ne hanno più di 100 mila, tutte le altre 28 città hanno un numero di abitanti inferiore. Vanno malissimo le grandi metropoli: Milano è al 55esimo posto, Torino al 78esimo. E Roma? La Capitale merita un discorso a parte: rispetto allo scorso anno, ha perso addirittura 18 posizioni. Dalla classifica emergono anche grosse differenze territoriali tra il Nord e il Mezzogiorno del Paese. Le uniche province meridionali che trovano spazio nella prima metà della graduatoria sono Teramo e Matera. Complessivamente, però, è cresciuto il numero delle province dove la qualità della vita è giudicata “buona” o accettabile”, passato da 56 del 2017 alle 59 del 2018.