Ennesimo botta e risposta fra il presidente dell’Inps, Tito Boeri, e il governo, in questo caso nella persona del sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon. In una intervista al Corriere della sera, il primo ha infatti messo in dubbio l’operazione Quota 100 messa in campo dall’esecutivo per liberare posti di lavoro attraverso l’uscita di personale anziano con contemporanea assunzione di giovani, i più penalizzati dal blocco della Fornero. Come detto, a rispondere è stato Durigon, il quale ha stigmatizzato l’atteggiamento del presidente dell’Inps che sembra comportarsi più da leader politico piuttosto che da tecnico chiamato ad applicare una legge votata dal Parlamento. Una cosa da tecnico, Boeri, comunque, l’ha detta nella citata intervista. Non vi sono penalizzazioni, ma correzioni attuariali sulla parte contributiva delle pensioni. Chi esce prima, contribuisce di meno e quindi avrà un po’ di meno. Ciò che però il presidente dell’Inps non aggiunge è che, se è vero che l’assegno pensionistico sarà un po’ inferiore, è pur vero che detto importo sarà percepito per un lasso di tempo ben maggiore, fino a cinque anni nel caso in cui il beneficiario anticipi l’uscita da 67 a 62 anni. Un piccolo sacrificio, quindi, nell’ordine di qualche punto percentuale, ampiamente compensato dalle mensilità in più – fino a 65 mensilità – di pensione percepita.