di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Liberi e Uguali ( Leu ) si è sciolto. Il piccolo raggruppamento di sinistra che comprendeva Mdp e Sinistra italiana è giunto al capolinea a causa di diverse visioni sul futuro, ovvero sull’opportunità di tentare un ricongiungimento col Pd verso una sinistra di governo o piuttosto spostarsi all’estremo assieme a Rifondazione e De Magistris. Il tema, dato il numero esiguo di parlamentari, sembrerebbe marginale, ma ciò che sta avvenendo nella formazione che fu di Grasso, Bersani e Boldrini potrebbe rappresentare la punta di un iceberg, un’avanguardia rispetto a quanto non è improbabile che accada anche altrove, con gli scricchiolii che si stanno verificando quasi ovunque tra i partiti che si erano presentati agli elettori il 4 marzo scorso. Sono ormai note le difficoltà del Pd, che ancora vive all’ombra dell’ex segretario Renzi ed è in attesa non solo di una proposta futura e di un nuovo leader, ma finanche di una data certa per le primarie ed il congresso. E non è ancora chiaro cosa accadrà dopo, se le “correnti” sconfitte accetteranno di buon grado una leadership diversa dai desiderata o guarderanno all’esterno del partito. Negli ultimi giorni, poi, con il nodo relativo al condono per le case distrutte dal sisma di Ischia, sono esplose contraddizioni anche in altre formazioni, Forza Italia e M5S in particolare, all’opposizione la prima, al governo la seconda. È notizia odierna lo scontro interno ai Cinque Stelle con De Falco prossimo all’espulsione, a capo di un gruppo di dissidenti contrari alla linea del Vicepremier Di Maio. Allo stesso modo la vicenda condono ha lasciato strascichi anche nel partito dell’ex Cavaliere. Fratelli d’Italia, dal canto suo, sembra intenzionata ad ampliare la propria compagine politica e la propria base elettorale, aprendo a nuovi ingressi nel partito. Solo la Lega, sulla scia del grande successo di Salvini, che in base ai sondaggi avrebbe portato la sua formazione ai massimi storici superando il 30%, sembra aver acquistato compattezza. Gli sfaldamenti che stanno avvenendo nell’Emiciclo e nei partiti che vi sono rappresentati sono una conseguenza tardiva dello tsunami elettorale “populista” e della strana alleanza gialloblu, novità per molti versi inaspettate che hanno comportato la necessità per tutti – vinti, ma anche vincitori – di rivedere le proprie posizioni e le proprie proposte alla luce del diverso quadro politico, che ha segnato, almeno per il momento, la nascita di un nuovo dualismo populista-antipopulista, dove prima c’erano i tradizionali centrodestra e centrosinistra, un nuovo dualismo nell’ambito del quale chi fa politica deve necessariamente, prima o poi, trovare una collocazione, anche a costo di profonde trasformazioni, inedite alleanze e imprevedibili scissioni. Insomma, da qui all’appuntamento elettorale di primavera ne vedremo delle belle.