A fronte di 9,8 milioni di lavoratori con il contratto collettivo vigente, ve ne sono oltre tre milioni in attesa di rinnovo, lo stesso ammontare dello scorso mese. A evidenziare il dato, relativo al mese di settembre, è l’Istat. Secondo l’Istituto di statistica l’attesa media per i lavoratori con contratto collettivo scaduto è di 17 mesi, in deciso e significativo calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando i mesi medi di attesa erano addirittura 68,5. Ciò, però, non deve trarre in inganno, in quanto su tale dato vi è una distorsione statistica derivante dal fatto che fra il novembre dello scorso anno e i primi mesi del 2018 sono stati rinnovati, purtroppo con incrementi inferiori a quanto realmente spettante, i contratti collettivi del pubblico impiego che in ritardo dal 2009. Sul versante delle retribuzioni, sempre nel mese di settembre si registra un incremento annuo dell’1,9%, mentre nei primi nove mesi del 2018 l’incremento è dell’1,4%. Proiettando questo dato su tutto il 2018, si dovrebbe stare alla fine sempre al di sotto dei due punti percentuali. Anche in questo caso, però, vi è una distorsione statistica dovuta al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Nei servizi privati, viceversa, la crescita è di appena lo 0,2%; un poco meglio va nell’industria metalmeccanica e nei servi di comunicazione e di informazione con un incremento dello 0,8%