La liberalizzazione dell’orario di apertura dei negozi non è servito ad aumentare i consumi né, tantomeno, l’occupazione. La posizione è stata espressa nel corso dell’audizione delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil ed Ugl nell’ambito dell’indagine conoscitiva su una serie di proposte di legge volte a limitare la deregolamentazione introdotta a suo tempo dal governo Monti. In seguito ad uno dei primi provvedimenti presi dall’ex commissario europeo una volta diventato presidente del consiglio dei ministri, i negozi possono stare aperti praticamente tutto l’anno, con poche chiusure di legge nei festivi, senza, peraltro, particolari limiti nello stesso orario. Come hanno fatto osservare i sindacati, tutto ciò, però, non si è tradotto in maggiori consumi, ma semplicemente in una diversa distribuzione degli stessi, mentre sul versante dell’occupazione quel poco di lavoro in più nei giorni festivi, in particolare nella grande distribuzione organizzata, non è servito a compensare la miriade di piccole e medie attività commerciali che sono state costrette a chiudere a causa della concorrenza sfrenata, compresa quella dei negozi etnici che spesso sfuggono ad ogni controllo sul rispetto delle normative sui contributi previdenziali ed assicurativi, per non parlare di quelle fiscali. Meglio quindi tornare ad una regolamentazione degli orari di apertura.