In attesa di capire quali cambiamenti potranno arrivare in seguito alla trattativa fra il nostro governo e la commissione europea, i dipendenti pubblici possono iniziare a sperare in un rinnovo dei contratti collettivi di lavoro più veloce rispetto all’ultima esperienza. Come noto, nello scorso inverno una parte delle sigle sindacali ha sottoscritto con l’allora ministra Marianna Madia i rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il triennio 2016-2018, dopo un ritardo che si protraeva dal 2009. Otto anni, quindi, per mettere nero su bianco un aumento stipendiale, pari a circa quattro punti percentuali, assolutamente non in linea con il mancato adeguamento pregresso, molto vicino al dieci percento. La nuova ministra Giulia Bongiorno ha assicurato in queste ore che l’esecutivo penta-leghista ha ben chiara la questione, per cui farà di tutto per assicurare le risorse necessarie per rinnovare i contratti collettivi in scadenza al 31 dicembre. Per tale ragione, in manovra dovrebbe esserci uno stanziamento pari a circa 3,250 miliardi di euro; analoga cifra dovrebbe arrivare dalle regioni e dalle autonomie locali per i rinnovi di loro competenza. Se tutto dovesse andare come auspicato dalla stessa Bongiorno la trattativa dovrebbe aprirsi con l’approvazione della legge di bilancio, mentre già ad aprile potrebbe scattare una indennità di vacanza contrattuale dello 0,42%. Rifinanziamento in vista anche per l’elemento perequativo.