Dal 1° gennaio 2018 in Lombardia sono scoppiati 18 incendi in impianti che smaltiscono rifiuti e capannoni di stoccaggio. Gli ultimi due si sono verificati pochi giorni fa – tra domenica e lunedì –, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, il primo a Milano, nel capannone della Ipb, azienda che si occupa di stoccaggio e lavorazione di materiali inerti, e il secondo a Novate Milanese, nella Ri.Eco, ditta che lavora plastica e carta. I vigili del fuoco hanno circoscritto le fiamme evitando danni ulteriori, pur non potendo impedire (ovviamente) ai fumi di disperdersi nell’atmosfera. Di qui i timori dei cittadini preoccupati per la loro salute, anche se i tecnici dell’Arpa – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – hanno assicurato che i fumi non rappresentano un pericolo, nonostante il loro odore acre e maleodorante, con cui dovranno fare i conti per qualche altro giorno. Infatti le condizioni meteorologiche – nei prossimi giorni è previsto tempo stabile e prevalentemente soleggiato – non ne favoriranno la dispersione. «La Lombardia è terra dei fuochi come il resto di Italia», ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, utilizzando quel termine “Terra dei fuochi”, con il quale nei Rapporti Ecomafia di Legambiente si indicava una vasta area tra le province di Napoli e Caserta dove la criminalità organizzata gestiva e smaltiva illegalmente rifiuti speciali provenienti dal resto d’Italia. Vanno fatti dei distinguo: nel caso lombardo, infatti, la paternità di alcuni incendi è ancora tutta da accertare. Una cosa, però, è abbastanza chiara: negli atti parlamentari della Commissione di inchiesta sul ciclo di rifiuti della precedente legislatura si legge che nel 2017 la maggior parte degli incendi negli impianti è avvenuta al Nord, «il che, in mancanza (…) di spiegazioni omogenee per il fenomeno, al di là del diffuso “sovraccarico” degli impianti, conferma indirettamente quantomeno l’inversione del flusso dei rifiuti rispetto a storiche emergenze che hanno in passato colpito le regioni meridionali». Dunque i rifiuti restano al Nord, dove qualcuno potrebbe cercare di smaltirli irregolarmente: l’assessore regionale lombardo all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, ha riferito che nel capannone della Ipb erano stoccati senza autorizzazione 16 mila metri cubi di rifiuti speciali (gommapiuma, plastica…). Individuate le cause, non resta che trovare una soluzione. Oltre che i responsabili.