di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Bisogna avere una cospicua faccia tosta quando si è nel torto più evidente e marcio ma si continua a innalzare prediche rivolte sempre agli altri. Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a capo di un Paese del quale da sempre gli italiani invidiano l’inossidabile orgoglio nazionale, in questi giorni sta superando il limite del sano nazionalismo, dal quale anch’egli è affetto esattamente come i vituperati sovranisti, sconfinando spesso, per essere buoni, nel ridicolo, se non, per essere più cattivi, nella malafede. Dopo essersi scusato con troppa leggerezza fino a rasentare la mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni italiane in merito al comportamento discutibile della sua Gendarmerie, la quale evidentemente ignara dell’esistenza di confini tra Francia e Italia, ha scaricato, come fossero pacchi, immigrati clandestini nel nostro territorio, adesso dovrà difendersi dalle accuse di qualcuno ideologicamente più vicino rispetto al nostro vice premier, Matteo Salvini. Amnesty International oggi infatti ha reso noto di aver denunciato «violazioni sistematiche» dei diritti di rifugiati e migranti al confine franco-italiano, in seguito a una missione di osservazione realizzata i 12 e 13 ottobre, nella zona di Briancon, nelle Alpi francesi, non lontano dal villaggio italiano Clavière. Sarà interessante vedere come Macron riuscirà a districarsi da questa incresciosa situazione senza perdere la faccia, senza mettere a nudo l’ipocrisia e la falsa accoglienza nei confronti dei migranti, usate peraltro come clave contro i sovranisti che stanno semplicemente tentando di costruire un argine europeo all’ondata migratoria e al traffico di esseri umani del quale sta approfittando anche la malavita organizzata. Quanto alle regole di bilancio, a cui lo stesso Macron e gli altri suoi colleghi appaiono molto devoti, l’ipocrisia continua a regnare sovrana considerate le critiche rivolte alla manovra italiana appena varata. Anche in questo caso la Francia sta attuando la vecchia strategia dei “due pesi e delle due misure” visto che il suo piano di bilancio 2019 prevede un deficit al 2,8%, mentre quello italiano al 2,4%. Dopo l’attacco di ieri del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, oggi è arrivato puntuale quello del ministro francese all’Economia, Bruno Le Maire, che rivolgendosi all’Italia ha detto: «Siamo tutti sulla stessa barca. Quando hai la stessa moneta tutte le decisioni prese a Berlino, Roma, Parigi o Bruxelles hanno un’incidenza su tutti gli altri Paesi della zona euro». Se è questo il modo di stare sulla stessa barca, allora è meglio scendere.