di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il numero del sabato de La Meta, a differenza del quotidiano, permette una maggiore riflessione su cosa succede nel nostro Paese, una sorta di oasi nella quale rifugiarsi dalle discussioni giornaliere, appese al decimale o alla virgola qualcosa. Ed allora, nel numero odierno abbiamo fatto un esercizio di approfondimento sul testo, andando ad analizzare punto per punto i vari aspetti, evidenziando gli elementi di forza e quelli di criticità. Come ogni documento programmatico, anche questa nota di aggiornamento al Def sconta inevitabilmente un alone di incertezza, del resto molto diffuso in questi periodi di grande incertezza economica. Comprendiamo l’esigenza delle parti – di tutte le parti, dal governo alla commissione europea, passando per la minoranza parlamentare – di evidenziare alcuni passaggi, rimarcando l’ammontare del presunto scostamento dagli obiettivi di bilancio indicati di fatto dodici mesi fa. Fossilizzarsi su tale punto è, con tutto il rispetto per la categoria, un esercizio di pura ragioneria o, peggio ancora, fare come quel tizio che guarda il dito invece della luna. Come ogni umana realizzazione, anche la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza è perfettibile, così come lo sarà il disegno di legge di bilancio che ne scaturirà. Eppure, almeno una cosa si può dire da subito: che, per la prima volta da tanto tempo, si respira un vento di cambiamento. Alcuni temi, si pensi, ad esempio, alla riforma previdenziale o alla richiesta formulata alle società partecipate di contribuire in maniera concreta all’occupazione e allo sviluppo del territorio, sono delle novità coraggiose e dirompenti, non scontate fino a qualche mese or sono.