Ma le stime di Amnesty International sono ancora parziali. Nel 2017 sono state quasi mille

Tramutare la pena, per chi si trova nel braccio della morte, in ergastolo. Lo ha stabilito la Corte Suprema di Washington, in quanto la sua applicazione avviene «arbitrariamente e in maniera non proporzionale» sulla base delle etnie. Si tratta di una decisione “storica”, che di fatto considera la pratica incostituzionale e che allunga la lista degli Stati americani che la stanno abolendo. La decisione della Corte Suprema riguarda il caso di Allen Eugene Gregory, condannato per aver stuprato e ucciso una donna nel 1996. Lo Stato di Washington era già impegnato in questo senso: il governatore Jay Inslee (un ex sostenitore della pena di morte) aveva infatti promesso di non far applicare alcuna esecuzione sotto la sua giurisdizione. Nel 2018, finora, sono state oltre 330 le esecuzioni accertate, anche se Amnesty International – che ha diffuso i numeri qualche giorno, in occasione delle celebrazioni per la Giornata europea e mondiale contro la pena di morte – ammette che le stime potrebbero essere più basse dei dati reali. In ogni caso le 330 e oltre esecuzioni si devono aggiungere alle quasi mille dello scorso anno, come accertato nel rapporto diffuso sempre da Amnesty ad aprile. La lista – quindi parziale – dell’associazione si basa sulle informazioni verificate di cui è riuscita a venire a conoscenza. Negli Stati Uniti – dove il recente caso di Washington non mette di certo la parola fine alla procedura – risultano essere 18 le esecuzioni (ad aprile, in Alabama, è stato giustiziato un detenuto di 83 anni per l’uccisione di un giudice federale nel 1989). In Malaysia la pena capitale verrà abolita a breve, di contro in Bangladesh il governo sta premendo per approvare un testo che la prevede anche per i reati di droga. Tornando invece ai numeri di Amnesty si scopre che sono state eseguite due pene capitali in Afghanistan, 28 in Arabia Saudita, due in Botswana, otto in Egitto, 13 in Giappone, almeno 217 in Iran (tra i quali cinque minorenni al momento del reato), 44 in Iraq, almeno due in Pakistan, due a Singapore, una a Taiwan, così come in Thailandia e tre nello Yemen. Ma è molto probabile che le cifre relative ad alcuni paesi asiatici e mediorientali siano molto più elevate. Secondo Amnesty International sono 106 le nazioni che hanno cancellato la pena di morte, in otto l’hanno abolita ad eccezione dei casi ritenuti più gravi, 28 sono abolizionisti di fatto in quanto non la applicano più da almeno dieci anni.