Riapertura dei termini per fruire dei benefici previdenziali, ma anche attenzione alla prevenzione. È questo che è emerso nel corso dell’audizione parlamentare sulle risoluzioni presentate da tutti i gruppi politici sugli esposti all’amianto. Come noto, in passato l’amianto ha conosciuto un utilizzo massimo, sia in ambito industriale che in tanti ambienti di vita, in ragione della sua resistenza al fuoco. Soltanto in un secondo momento, si è appurata la pericolosità dello stesso per la salute delle persone e quindi si è introdotta una legislazione di sostegno alle persone esposte e si è avviata una operazione di bonifica dei siti maggiormente inquinati. La risoluzioni in discussione sulle quali sono stati ascoltati i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl impegnano il governo a riaprire i termini per accedere ai benefici previdenziali previsti dalla legge 257/1992, norma che ha assicurato una copertura fino al giugno del 2005. Nell’occasione, le organizzazioni sindacali hanno anche sollevato altre questioni sicuramente centrali. L’attenzione, in particolare, si è soffermata sui tempi di risposta dell’Inail, sulla esiguità delle risorse stanziate, che non permettono di coprire le richieste delle aziende sulle bonifiche né, tanto meno, quelle degli esposti, sull’importanza di adeguare l’ammontare dell’una tantum e la percentuale di valorizzazione e sulla prevenzione delle malattie professionali.