Non resta che aspettare ancora qualche giorno per capire fino a che punto il governo potrà spingersi sulle pensioni, in ragione delle risorse immediatamente disponibili. Dopo il vertice in casa propria fra Matteo Salvini, il viceministro Massimo Garavaglia e i sottosegretari Massimo Bitonci e Claudio Durigon e dopo l’incontro di governo, presente lo stesso premier Giuseppe Conte, cominciano a delinearsi quelli che sono i desiderata della Lega in materia di pensione. In linea con il contratto di governo sottoscritto con il MoVimento 5 Stelle, Salvini ha inteso ribadire la propria idea: la riforma Fornero va superata in maniera decisa, senza sé e senza ma. Il punto di partenza è noto: si tratta di Quota 100 che, come gli italiani hanno imparato negli ultimi mesi, deriva dalla somma fra età anagrafica ed anzianità contributiva. Allo stato dei conti, potrebbe già essere possibile un intervento che preveda una età minima a 62 anni, con, quindi, 38 anni di contributi. Il costo è quantificabile nell’ordine dei 6-8 miliardi di euro, meno di mezzo punto di prodotto interno lordo. Più complesse le operazioni Quota 100 libera e 41 anni e mezzo, vale a dire Quota 100 senza requisito anagrafico minimo e pensionamento al raggiungimento del requisito di 41 anni e mezzo di contributi per premiare i lavoratori precoci. Allo studio, l’ipotesi di condono contributivo che porterebbe risorse nelle casse dell’Inps.