È ora di risolvere una situazione inaccettabile

Il terribile fatto di cronaca avvenuto nel carcere di Rebibbia, oltre all’inevitabile senso di orrore e pietà, deve anche provocare una riflessione affinché simili tragedie non accadano mai più. Da un’inchiesta del Corriere della Sera si apprende che attualmente 62 bambini si trovano in carcere, sulla base della scelta delle loro madri detenute. Di questi, la metà, una trentina, sono in vere celle, mentre gli altri si trovano nei cosiddetti Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri), una via di mezzo fra prigioni e case-famiglia, strutture alternative e meno traumatizzanti per i bambini. Da anni la politica afferma di voler risolvere questa intollerabile situazione: già 11 anni fa, nel 2007, nel corso di una conferenza sul tema, l’allora ministro della giustizia Clemente Mastella promise soluzioni alternative al carcere e così fecero i successivi Guardasigilli, da Angelino Alfano a Paola Severino, da Anna Maria Cancellieri fino ad Andrea Orlando che nel 2015 aveva promesso: “Entro la fine dell’anno nessun bambino sarà più detenuto”. Sono trascorsi altri anni e l’auspicio è ora si risolva finalmente questo problema, trovando valide soluzioni alternative, aumentando la presenza di strutture apposite o affidando i bambini a chi possa prendersene degnamente cura, pur salvaguardando il rapporto con la madre. Che si metta fine alla presenza di piccoli innocenti detenuti e che si faccia tutto il necessario onde evitare non solo epiloghi drammatici, ma anche soltanto la terribile eredità psicologica che un’infanzia trascorsa in carcere lascia ad ogni bambino.