di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Per prima cosa bisogna distinguere morale e moralismo. Non si critica certo la ricerca di valori superiori, da preservare con cura e difendere con forza, né si inneggia ad un amorfo relativismo che considera tutto ugualmente indifferente. Solo che una cosa è la morale ed un’altra – tutt’altra cosa – è il moralismo. Sulla questione le citazioni si sprecano. Una, particolarmente accattivante ed esaustiva, ha come autore Roberto Gervaso, giornalista di indubbio acume, e recita così: la morale si fa con il proprio esempio, il moralismo con l’esempio altrui. Ecco, da quando è entrato in carica il nuovo governo ed in particolare il ministro Salvini, è partita all’assalto una truppa di indignati che fino a quel momento si era evidentemente considerata in congedo temporaneo. Una variegata compagine di opinionisti e commentatori che, con la stessa caparbietà con la quale è stata ed è capace di sorvolare e minimizzare su fatti e misfatti compiuti dagli amici, con altrettanta dedizione sottolinea e condanna pensieri, parole, opere ed omissioni del tanto vituperato esecutivo gialloverde e del suo ministro più odiato, il leader leghista che sta cercando di cambiare politica in tema di immigrazione. Se, infatti, ogni azione del governo viene – giustamente – scandagliata  con un rigore che se fosse stato di norma anche in questi ultimi anni ci avrebbe forse risparmiato qualche brutta sorpresa, il principale oggetto di critica resta la nuova gestione della questione migranti. Da quando l’Italia ha deciso di rivendicare il proprio diritto a non essere lasciata sola nell’affrontare una situazione diventata insostenibile – in Spagna il sistema di accoglienza, senza più lo schermo italiano, è già al collasso, ed è passato solo un mese e poco più dalla vicenda Aquarius  – da quando si invoca una soluzione a monte del problema migratorio, a vantaggio sia dell’Europa che dell’Africa, da quando si chiede più trasparenza alle organizzazioni private che praticano i soccorsi in mare, da quando si pretende altrettanta chiarezza nella gestione dei fondi che lo Stato assegna agli enti che si occupano di accoglienza sul suolo italiano, ecco, da Rolling Stone all’onnipresente Saviano, fino all’ultima sortita di Famiglia Cristiana, piovere strali che attribuiscono proprio al governo ed al ministro dell’Interno che vogliono cambiare le cose tutte le colpe di un sistema di tratta degli esseri umani che da anni spinge orde di disperati dai Paesi poveri verso il sogno europeo, tutti i doveri di un’Europa che finora ha voltato la testa di fronte all’arrivo dei migranti in Italia e nei Paesi di frontiera, tutte le responsabilità di un Occidente che ha contribuito allo sfruttamento ed all’instabilità di Africa e Medio Oriente. Una “carica dei moralisti” alla quale il popolo italiano sembra finalmente non credere più.