Entrambe le diffusioni dell’Istat di oggi confermano il rallentamento in atto della ripresa dell’economia italiana. Già nel comunicato relativo alle vendite al dettaglio l’Istituto spiega che, nonostante il rialzo osservato a fine maggio (+0,8% in valore e è 0,9% in volume, nell’arco del trimestre marzo-maggio le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume, riflettendo soprattutto la flessione che ha interessato le vendite di beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,4% in volumi, mentre quelle di generi alimentari hanno registrato rispettivamente un +0,5% e una variazione nulla).  Di conseguenza anche il confronto tra i primi cinque mesi del 2018 e lo stesso periodo di un anno fa mostra una flessione: -0,2% in valore e -0,6% in volume. Anche i dati più recenti sul commercio estero, si legge nella Nota mensile dell’Istituto nazionale di statistica, confermano «andamenti discordanti degli scambi verso i mercati Ue rispetto a quelli dell’area extra Ue». Ad aprile le esportazioni verso i Paesi dell’Unione europea sono aumentate dello 0,9%, ma quelle verso l’area extra-Ue hanno registrato una diminuzione di egual entità, comportando un aumento dell’indice generale di appena un decimo di punto. Anche a maggio le esportazioni verso i Paesi esterni all’Unione europea sono diminuite, di ben tre punti percentuali. Anche direttamente dall’industria sono giunti segnali preoccupanti in questi primi mesi dell’anno. Ad aprile l’indice della produzione ha registrato un calo dell’1,2%, riflettendo i risultati che hanno interessato quasi tutti i comportarti industriali (solo per i beni strumentali l’Istat ha registrato un aumento). Anche a gennaio e a febbraio la produzione registro delle flessioni, rispettivamente dell’1,8% e dello 0,6%. Di conseguenza anche il fatturato ha registrato degli scossoni: -0,6% nel trimestre febbraio-aprile rispetto al precedente, «nello stesso periodo gli ordinativi hanno regi- strato un deciso rallentamento (-2,9%)». Quel che è peggio è che «l’indicatore anticipatore evidenzia una nuova decelerazione, consolidando uno scenario di contenimento dei ritmi di crescita dell’economia».