Il governo, però, tira dritto perché pensioni e lavoro sono strettamente collegati

La neo pensionata Elsa Fornero difende la riforma della previdenza che porta il suo nome, dando ragione al presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale «le pensioni sono una questione, ma non possono essere un tema prioritario per il Paese», come invece lo sono il lavoro e i giovani. La ex Ministra del lavoro ai tempi dell’esecutivo Monti ha anche aggiunto: «Nulla vieta che in un’ottica di continuità con il governo Gentiloni si possa fare un recupero di flessibilità, in particolare per le categorie più disagiate, mettendo i costi a carico della collettività». In altri termini, la Fornero, piuttosto che vedersi cancellata dall’elenco delle norme vigenti in Italia, sponsorizza un rafforzamento dell’Ape sociale. L’attuale governo, però, sembra deciso a percorrere una strada diversa, recuperando il sistema delle quote, la somma fra anzianità contributiva ed età anagrafica, un meccanismo sicuramente equo e che ridà la necessaria flessibilità in uscita, condizione necessaria per favorire il ricambio generazionale nel mondo del lavoro. Del resto, andando ad analizzare i dati sugli occupati distinti per fasce di età, emerge chiaramente come l’innalzamento dell’età pensionabile abbia inciso in maniera decisa: a fronte di un aumento della disoccupazione giovanile, l’occupazione cresce fra i lavoratori maturi, costretti a rimanere in servizio almeno tre anni in più rispetto al preventivato.